Martini Giorgio
…a cura di Graziano M. Cobelli
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Giorgio Martini è nato a Verona nel settembre del 1944 e ha trascorso la sua vita in modo riservato, sia nel lavoro come disegnatore in vari settori d’impiego, che nel seno della sua bella famiglia con la moglie Antonia che gli ha dato tre figli esemplari e dei nipotini stupendi. Appare come uomo taciturno, modesto e schivo, ma in realtà, lui non lo dice ma lo diciamo noi, è stato baciato dalla Sorte che lo ha dotato di una sensibilità sopra le righe e capacità artistiche plurime, permettendogli di comunicare la sua visione del mondo e il suo sentirlo in modo creativamente speciale, sia attraverso i segni e i colori (è un affermato pittore astratto), che con le parole. Nel primo caso sappiamo che fin da giovanissimo ha seguito la sua propensione per l’arte pittorica sperimentandosi in stili diversi, fino a trovare nell’astrattismo la maniera di comunicare con forme segni e colori la rappresentazione del suo sé interiore, dando spazio a ciò che gli premeva dentro e cercava di evadere per raccontare la sorprendente bellezza delle cose del cielo e della terra. Infatti secondo il suo acuto sguardo osservatore anche “gli steli di erba rinsecchita sono da esplorare con scrupolosa attenzione perché non si sa mai cosa possa nascondervisi” (www.giorgiomartini.it). Nei suoi anni furenti ha partecipato a numerose mostre collettive riscuotendo notevoli successi. Meritatissimi, dicono coloro che hanno potuto ammirare la sua pregevole raccolta di quadri. L’abbiamo conosciuto anche come vignettista umoristico, caratteristica sintomatica della sua personale sorridente gustosa ironia.
Poi, ad un certo punto della sua vita, è stato preso dall’incanto delle parole, che giacevano seminate nella sua testa, e gli regalavano ogni tanto pensieri in uscita, annotati su foglietti volanti senza importanza. Così, proprio in corrispondenza con la quiescenza, volle fermarli in tempo per non lasciarseli più scappare. Trovandosi ricco di parole accumulate in anni di letture, studi, ripensamenti e silenzi meditativi, cominciò seriamente a riempirsene le mani, usandole a suo piacimento, lanciandole alla chetichella in sorprendenti e inattese rotte del pensiero. Approdando inaspettatamente alla Poesia. Sì con la P maiuscola: un verseggiare leggero da sembrare creato in velocità, fatto di poche parole, a volte solo una sotto l’altra, rivelatrici di un raro geniale intuito liricamente poetico. Qualche volo pindarico? Talvolta, ma coi piedi per terra e un largo, profondo respiro d’anima che apre a un contatto rigeneratore con il vivere quotidiano e porta a considerare le solite cose usuali sotto una veste nuova filtrate da uno sguardo pieno di stupore.
Fu così che sotto le insistenti pressioni di alcuni amici introdotti alla poesia seria, Giorgio Martini, pubblicò nel 2017 la sua prima raccolta Parole come orme con la presentazione di Aldo Ridolfi e di Elisa Zoppei, che ha il privilegio di tracciare queste poche note.
Sono già in cantiere pronte per uscire alla luce altre due sue raccolte dai titoli invitanti: Liberamente e Lunapiena. Complimenti Giorgio!
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Notte speciale
È una notte
speciale,
questa notte.
Sembra
che non sia
esistito
mai nessuno.
Intorno ovunque
solo ombre
confuse
di oggetti inerti
incerti
senza nome
e il cielo
così vuoto
così immenso
da cancellare
il ricordo
delle stelle.
Se mai verrà
sarà dura
per l’alba
spingere
da una parte
questa notte.
***
Le onde degli uomini
Si avventano gioiose
sulla spiaggia della vita
le onde degli uomini,
vogliose di arrivare
in fretta chissà dove
ma presto i preziosi abiti
ricamati di schiuma
si fondono nella sabbia
e rassegnate e nude
defluiscono risucchiate
nell’ignoto
abbandonando
tra mille crepitii
le taglienti conchiglie
dei ricordi.
***