30. PREISTORIA? SCIENZA DEL DUBBIO. “Tracce di fuochi pre-neanderthaliani”
…a cura di Giorgio Chelidonio
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Tracce di fuochi pre-neanderthaliani
L’introduzione delle tecniche di analisi paleo-genetica sta rivoluzionando l’idea di specie basata sulle forme fisiche e il fenomeno stesso della speciazione (per mutazioni avvenute in gruppi fra loro isolati per un tempo sufficiente): non è ancora passato un decennio da quando si è scoperto che rappresentanti di Homo sapiens e Neanderthaliani si erano più volte meticciati, forse anche prima di 100.000 anni fa circa.
Questa osservazione si connette ai 250.000 anni circa dei più antichi focolari oggi noti: quelli della grotta spagnola di Bolomor furono accesi (o solo conservati accesi) da Neanderthaliani? O anche: a quanto risalgono i più antichi Neanderthal? Su quest’ultima domanda si dibatte ancora: la loro specie emerse “almeno 200.000 anni fa” (come cita la scheda aggiornata dell’Enciclopedia Britannica)(1) oppure è più credibile chi afferma (già dal 2016) che i resti umani rinvenuti nel sito spagnolo di Sima de los Huesos, datati(2) ad almeno 430.000 mila anni fa, hanno DNA neanderthaliano?
Anche quest’ultima data è intrigante perché è prossima ai 450-400.000 anni dei più antichi “giavellotti” lignei dotati di punta indurita con il fuoco(3). Con queste considerazioni e perplessità, l’esplorazione delle più antiche tracce di fuoco associate tracce di ominini può approdare al sito israeliano di Gesher Benot Ya’akov(4), datato a circa 700.000 anni fa. Quest’ultime tracce sono associate a manufatti bifacciali acheuleani(5), una tecnologia litica, documentata in Africa già 1.756.000 anni fa (sito kenyota di “Koiselei 4”): essa testimonia l’avvenuta acquisizione della cosiddetta “intelligenza operativa”(6), cioè la capacità di progettare e realizzare un manufatto complesso, ma anche di correggerne errori tecnici durante la sua fase produttiva. La complessità di un bifacciale acheuleano consiste nel saperlo scheggiare secondo un ordine preciso ma anche di adattarsi alle difficoltà poste dalla forma, durezza (e da eventuali difetti) della pietra scelta per realizzarlo. Non solo, se per un milione e mezzo di anni questa tecnica è stata tramandata, risulta implicito l’uso di linguaggi adatti a spiegarlo. L’associazione di tracce di fuoco e manufatti litici bifacciali è documentata nella grotta sudafricana di Wonderwerk, in livelli datati a un milione di anni circa(7).
L’ipotesi che altri siti crono-culturalmente precedenti possano documentare tracce di fuoco è rimasta dubbiosa fino allo scorso anno, quando nel sito kenyota denominato “FxJj20-AB” si sono rilevate ossa bruciate e sedimenti alterati termicamente, datati a un milione e mezzo di anni fa circa(8). Forse non a caso quest’ultima datazione è prossima a quella dei più antichi manufatti a scheggiatura bifacciale, prima citati come indizio di “intelligenza operativa” e di linguaggio adatto a trasmetterla: quali gli ominini attivi nello scenario di allora? Homo erectus(9)? O una sua variante detta Homo ergaster(10)?
Le sue “popolazioni” avevano raggiunto, dalle nicchie sub-tropicale africane (es. lo scheletro denominato “KNM-WT 15000”, circa 1,5-1,6 Ma), il Sud-Est asiatico (es. il cranio indonesiano di Mojokerto, circa 1,49 Ma), il Caucaso (i crani di Dmanisi, circa 1,8 Ma) e, in tempi più tardi, anche il nord Europa (sito inglese di Happysburg, 0,78 Ma circa); forse le più antiche tracce umane inglesi erano di Homo antecessor(11), documentato nel sito spagnolo di “Sima del Elefante”, fra 1,2-1,1 Ma). In attesa di ulteriori scoperte e datazioni scientificamente affidabili, tutte queste domande restano oggetto di ricerche e dibattiti.
Un’indicazione certa è che Homo erectus aveva raggiunto già le latitudini temperate (sito di Dmanisi)(12), pur essendo dotato solo di semplici manufatti litici di tipo Olduvaiano (o “Modo 1”, in cui i bifacciali non erano ancora stati “inventati”)(13) e privo di fuoco, le cui tracce in quel sito georgiano sono assenti.
Eppure, alcuni paleo-antropologi ritengono che già alla soglia di 2.000.000 di anni fa (quando Homo habilis si era già diffuso in Africa)(14) si fosse avviato l’uso del fuoco per “cuocere cibi”(15), magari ipotizzando esperienze occasionali di aver assaggiato carni di animali “cotte” durante incendi che nella savana non sono rari. Queste considerazioni evocano la potenziale esistenza di una più arcaica fase di “fuochi raccolti”, innescati (nella stagione secca) sia da fulmini sia da eruzioni vulcaniche, fenomeno di cui l’Africa orientale è tuttora ben dotata(16).
Links
- ttps://www.britannica.com/topic/Neanderthal
- https://www.nature.com/news/oldest-ancient-human-dna-details-dawn-of-neanderthals-1.19557
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4892246/pdf/rsbl20160174.pdf + https://en.wikipedia.org/wiki/Sch%C3%B6ningen_spears > però un altro studio ha ridotto l’età dei “giavellotti” di Schoeningen fra 337 e 300 mila anni circa > Richter D., Krbetschek M., 2015: The age of the Lower Paleolithic occupation at Schöningen. Journal of Human Evolution n. 89, pp- 46-56.
- http://rstb.royalsocietypublishing.org/content/royptb/371/1696/20150164.full.pdf
- https://en.wikipedia.org/wiki/Acheulean
- http://www.treccani.it/enciclopedia/intelligenza_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/
- https://www.researchgate.net/publication/223986842_Microstratigraphic_evidence_of_in_situ_fire_in_the_Acheulean_strata_of_Wonderwerk_Cave_Northern_Cape_province_South_Africa
- https://www.journals.uchicago.edu/doi/pdfplus/10.1086/692530
- https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_erectus
- https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_ergaster > Ma: sigla per “milione di anni”
- https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_antecessor
- https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_georgicus
- https://it.wikipedia.org/wiki/Olduvaiano
- https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_habilis
- https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/0067270X.2012.756754 + https://en.wikipedia.org/wiki/Catching_Fire:_How_Cooking_Made_Us_Human +
Wrangham R. 2011: L’intelligenza del fuoco, Bollati Boringhieri + http://www.linkiesta.it/it/article/2015/01/25/e-cucinare-che-ci-ha-resi-umani/24389/ - https://www.volcanocafe.org/turkana-and-the-dawn-of-man/ + http://www.lescienze.it/news/2016/06/11/news/antichi_cambiamenti_climatici_evoluzione_umana-3121703/?refresh_ce
Verona, 30 Luglio 2018
Giorgio Chelidonio