Pacifico Anna – “Il peccato di Isotta” e “Isotta Nogarola”
L’ambito dei suoi studi è quello delle Scienze Umane. Laureatasi in Storia e filosofia, presso l’Università Federico II di Napoli, ha consentito che parte della sua tesi in Dottrine Politiche fosse pubblicata nel 2002 da Il Segno dei Gabrielli editore, per la collana Educatori e formatori con il titolo Max Weber, i fondamenti della sociologia politica. Dopo un’esperienza ventennale di insegnante, Anna Pacifico decise di dedicarsi completamente alla scrittura e alla promozione di eventi e progetti culturali. Sempre nel 2002 con l’editore Gabrielli ha dato alle stampe dodici racconti usciti col titolo Il gioco dei fiammiferi. Sono dodici episodi uniti da una comune radice da dove emerge il multiforme rapporto fra l’individuo e il suo io più vero. Il tempo che scorre, l’essenza della spiritualità e della fede, le multiformi facce della diversità, la realtà della morte, i sentimenti dell’amicizia e dell’amore si avvicendano nella dimensione dell’ordinaria nostra quotidianità.
Da bambina ha studiato musica sotto la guida del padre maestro, diplomato in clarinetto e composizione, e continua a dedicarsi al pianoforte e al violoncello. La correlazione tra Filosofia e Musica e Poesia è divenuta per lei una indispensabile risorsa vitale, sfociando giocoforza nella feconda produzione poetica pubblicata in tre sillogi (ed. Mario Adda): Quando s’apre il silenzio, (ed. Adda); Per rabbia e per amore, (finalista al Premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante) Elegia delle stelle. Questa singolare devozione alla musica le ha inoltre ispirato il recente romanzo Se hai musica nel cuore, (Ed. Narrativa- Bonaccorso) una narrazione che stimola la riflessione su cosa sia per ciascuno di noi quella singolare e magica forma d’arte che è la Musica.
Ha coltivato e persevera nell’impegno volto a comprendere il valore dell’agire umano in tutte le sue sfaccettature. Crede nella forza e bellezza dell’essere donna impegnandosi fin da giovanissima nella valorizzazione della soggettività femminile. Emblematici a questo riguardo sono i versi poetici dell’opera “ Di Eva in Eva” (Mario Adda editore. Presentazione di da Maria Luisa Spaziani), dedicati al riscatto i tante donne che nel corso della storia hanno pagato a caro prezzo la loro sete di sapienza di giustizia e di libertà. Per l’autrice, Eva è stata la prima di una lunga serie di altre donne che lungo i secoli, irretite entro le maglie dei compiti donneschi, sono state emarginate da ruoli sociali politici e culturali, soffocate nel loro ardore di conoscenza, private non di rado della dignità di esseri pensanti, nonché mortificate nelle loro aspirazioni artistiche. La sua testimonianza è confermata da Il peccato di Isotta, il romanzo che costituisce l’impresa narrativa, a mio parere finora più alta.
In qualità di Presidente della Società delle Lettere,delle Arti, delle Scienze per il Veneto, associazione per la promozione sociale senza fini di lucro, fondata nel 2006, Anna Pacifico si prefigge lo scopo di diffondere la cultura del dialogo e di sollecita riflessione sulla vita delle comunità, in stretta connessione con quella di tutti i viventi, oltre ogni speciosità. Tale ragione sta alla base dei Simposi di “Filosofia per la vita” che organizza dal 2009 (il IV° si terrà il 12 ottobre p.v. alla Loggia di Fra’ Giocondo, nell’aula consiliare della Provincia di Verona) ai quali si lega la proposta emersa l’anno scorso di una “Carta dei Viventi”, corollario alla Carta dei diritti umani, considerata alla luce dei problemi attuali ambigua e parziale e perfino disattesa dagli stessi governi che dichiarano di condividerla. Nel saggio Filosofia e Poesia. Saggi di filosofia integrata, (Mario Adda editore 2008), mette a fuoco l’idea di una “Filosofia integrata”, atta a promuovere un rinnovato interesse nella Filosofia, realizzabile tramite la pratica interazione tra la riflessione di stampo filosofico e le arti, e a diffondere un sentire dialogicamente condiviso per una Filosofia per la vita.
Scopriamo in lei una attività razionale vagabonda, un viaggiare esplorativo nella sfera dell’apparenza per svelare il multiforme gioco della verità. In altre parole ci troviamo davanti a una personalità versatile, protesa verso una vasta gamma di interessi che oltre alla filosofia, alla musica e alla poesia comprendono la grafoanalisi. Ella si dedica con lucida passione a tradurre in scrittura il fervore di questa intensa sua vita spirituale: una bella mente che viaggia in un attraente corpo di donna.
Altri romanzi con l’editore Mario Adda:
Tutto il tempo da vivere, romanzo breve illustrato da Danila Ronzo (terzo class. al premio Antonio De Curtis 2001); Una storia che credevo chiusa
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Il romanzo non trovò subito l’editore, uno meno interessato a fare cassetta; ne immagino le soste, le attese e il tenace peregrinare. Poi venne in soccorso l’idea luminosa di rivolgersi a una casa editrice di alto livello come la Stamperia Valdonega, eletta erede di quel “principe degli stampatori” che è stato Mardersteig Giovanni (Hans), presentato magistralmente da Giancarlo Volpato nel precedente numero di questa stessa rivista (Newsletter n° 29/2012 – del 14/08/2012)
C’è stata una prima pubblicazione con presentazione ufficiale avvenuta l’8 marzo 2011 c/o la sala Farinati della Biblioteca Civica di Verona, consistente in un cofanetto contenente due volumi tirati in anteprima in sole 150 copie numerate e firmate dall’autrice. Ogni volume, relativamente Il Romanzo e L’Opera è stato stampato su carta avoriata delle Cartiere Fedrigoni nei caratteri speciali della Stamperia Valdonega. I due volumi con rilegatura cartonata sono contraddistinti da due diverse immagini di copertina, e differenti titolo e sottotitolo:
1° Romanzo: Il Peccato di Isotta. Storia di Isotta Nogarola, umanista veronese
2° L’Opera: Isotta Nogarola, le Epistole, il Dialogo, le Orazioni
Nel romanzo, in maniera rigorosa e puntuale anche sotto il punto di vista storico, l’autrice ricrea in la vita di Isotta, fanciulla di nobile casato, che visse a Verona dal 1418 al 1466, (ad eccezione di un soggiorno di due anni a Venezia durante una epidemia di peste), allevata da una madre particolarmente avveduta e sagace che inculcava nelle figlie l’amore per il sapere affidandole ai migliori maestri del tempo. Isotta sfidando i pregiudizi dell’epoca riguardo al ruolo della donna, si dedicò con passione allo studio delle lettere diventando, nonostante il mancato riconoscimento ufficiale degli studiosi della sua epoca, una delle più eccellenti donne umaniste d’Italia e d’Europa. Nel romanzo attraverso i suoi occhi vediamo il volto della Verona del primo Rinascimento in tutta la sua vivacità intellettuale: nel quotidiano affaccendarsi della sua gente, nei coloriti mercati cittadini, nella vitalità delle maestose dimore patrizie, luogo di incontro di umanisti di fama, e nello svolgersi della vita degli strati più umili del popolo. Creatura di carne oltre che di spirito ella visse la sua sofferta storia d’amore, rinunciando al matrimonio per scelta, sublimandola non solo nelle pratiche pie ma anche nelle relazioni amicali, attraverso uno stretto scambio epistolare con gli spiriti più illuminati del tempo. Il ricco epistolario rinvenuto dall’autrice e per la prima volta tradotto nella nostra lingua è raccolto nel volume L’Opera, preceduto da un’ampia e circostanziata introduzione di Anna pacifico che affresca lo scenario storico politico e sociale dell’età e dà respiro al clima culturale di Verona quattrocentesca, dove ben si colloca il Dialogo su chi ha maggiormente peccato se Adamo o Eva, una disputa di rigurgito medioevale ancora assai in voga nei salotti aristocratici al tempo di Isotta.
Al cofanetto racchiudente i due pregiatissimi testi (con un costo piuttosto inaccessibile ai più) si è aggiunta ultimamente una nuova pubblicazione del romanzo stampato in proprio dall’autrice per permetterne l’accesso a una maggior schiera di lettori.
Grazie Anna anche per questa tua attenzione. Proporrei il tuo libro alla lettura degli studenti dei licei e delle università: vorrei che lo leggessero le ragazze d’oggi, ricche della stessa vitalità di Isotta e grazie anche a lei, della stessa voglia di essere ri-conosciute nel loro valore. Vorrei che lo leggessero i loro compagni, i giovani, così inventivi e lanciati nel futuro informatico perché una volta di più potessero affondare i loro saperi nei semi della sapienza del passato, reso qui attuale e più vivo che mai.
A tutti voi lettori farei una domanda: Quale sarà il peccato di Isotta?
Per chi è interessato:
www.annapacifico.it
www.lettereartiscienze.it
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