Leone Mirella – “Le radici e la chioma”
…a cura di Elisa Zoppei
Chi è Mirella Leone
È nata Caltanissetta nel 1948. Dopo aver conseguito il diploma del liceo classico, si è a laureata in Filosofia presso l’Università di Padova. Ha conseguito anche il diploma del liceo artistico e ha frequentato i corsi della Accademia Cignaroli di Verona. Nel 1966 ha vinto il primo premio del Concorso per giovani artisti di Benevento nella sezione del ritratto. Ha partecipato ai corsi seminariali delle scuole di specializzazione di Filosofia presso l’Università di Milano e di Urbino. Ha lavorato presso l’Università di Verona come esercitatrice di Filosofia, ha insegnato Lettere nelle scuole medie inferiori e Filosofia e Storia nei licei, in particolare negli ultimi venti anni nel Liceo Classico “Scipione Maffei” di Verona. Si è occupata prevalentemente di filosofia classica e ha partecipato a diversi Convegni producendo relazioni e contributi vari, in Italia e all’estero.
1. La famiglia Ragona
Siracusa alla fine del XIX secolo, concentrata nell’isola di Ortigia, allungata solo con una propaggine sulla terraferma, presenta una sinfonia di vestigia classiche e di modernità.
I personaggi storici e quelli mitici, le ninfe e gli dei, si sentono aleggiare, vicino al mare e ai templi, nei mercati e per le strade piene di gente. Là Platone, con Dione e il tiranno Dionigi, discute sempre dello stato retto dai filosofi, là Archimede è in ginocchio, concentrato su ciò
che scrive sul terreno, mentre il soldato romano alza il braccio per vibrare il colpo ed entrare nel mito.
Il tempo e la storia là avevano, ed hanno tuttora, una dimensione propria, inconfondibile e misteriosa, una sorta di armonia fra terra e cielo, natura umana e natura divina.
A Siracusa sono le radici della famiglia Ragona….(la madre)
Il romanzo d’esordio “Le radici e la chioma” di Mirella Leone, lungo un arco di tempo che va da fine ottocento a metà novecento, è ambientato nello splendore dell’alta borghesia siciliana in ascesa, avviata a sostituirsi nel potere economico politico all’antica casta nobiliare.
L’autrice, di origine siciliana per l’appunto, ha inteso fissare in un libro, un insieme di ricordi, di eventi e aneddoti legati alle famiglie del padre e della madre, tramandati dalla voce narrante di genitori, nonni, zii e prozii, che hanno riempito la sua infanzia, accompagnandola poi nell’adolescenza e giovinezza fino a diventare suo personale deposito di memoria.
Nella sua rievocazione fa rivivere molti personaggi della sua saga famigliare, che fanno cerchio intorno al padre Pietro e alla madre Maria, riportandoli alla luce nella loro autenticità, cogliendoli nelle pieghe segrete della loro quotidianità, negli slanci eroici, come nelle debolezze. Ne esce un affresco storico vibrante di vita, un ritratto di famiglia borghese che occupa mezzo secolo di storia.
Alla ricerca del volto sorridente e solare delle sue radici sicule, l’autrice, venuta nel nostro nord appena adolescente, ricostruisce l’albero genealogico della famiglia materna e paterna, riproducendo a uno a uno, con un mirabile respiro narrativo, i suoi protagonisti, che si lasciano raccogliere e raccontare mentre parlano, ridono, piangono, si innamorano, si sposano: mentre cioè vivono.
Leggere questo romanzo autobiografico è come tuffarsi in quel mondo che agisce sul ponte del tempo fra la fine del secolo XX e l’inizio del ‘900, con tutti i suoi bagliori, le sue contraddizioni; é sentirsi parte viva dentro le sue storie.
Le pagine ci scorrono sotto gli occhi, ci fermano davanti alle foto dell’album di famiglia, “ritratti in seppia” di maschietti in gonnellina, ufficiali in alta uniforme, dame e cavalieri: tutti strettamente imparentati con Mirella Leone.
All’editore Bonaccorso va la mia stima per aver accolto e pubblicato questo romanzo biografico, un documento palpitante di vita, rivisitata con gli occhi dell’amore e raccontata con i toni della verità.
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