Zanol Corrado
… a cura di Graziano M.Cobelli
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Doveva fare l’enologo, dopo aver frequentato le scuole professionali a San Michele all’Adige ed aver acquisito il relativo diploma. Ed invece ha fatto il forestale, quindi l’operaio nelle cave di porfido per diventare infine impiantista.
Ma il suo grande amore è la poesia, che lo ha portato a far parte del prestigioso Cenacolo Trentino di Poesia Dialettale di Elio Fox.
Corrado Zanol è nato a Capriana il 1° giugno 1959. Vive in questo paese, in una accogliente abitazione situata all’interno del centro storico, circondata da tipici avvolti e manufatti che profumano di storia antica.
È felicemente sposato dal 1981 con Rosy, una dolce ragazza molisana che porta ancora negli occhi e nel cuore il fascino della sua splendida terra, ma che si è perfettamente integrata, per amore, nella nuova realtà.
Gli ha regalato tre figli, Sabrina, 30 anni, laureata in sociologia, Giovanna, 27 anni, appassionata di teatro, e Davide, 17 anni, studente.
Corrado lavora da 22 anni come caposervizio presso le Funivie del Cermis e qui ha vissuto anche la terribile tragedia del 1998, che gli è rimasta dolorosamente impressa nella memoria e che ancora oggi è per lui motivo di grande tormento interiore.
Già presidente del Comitato delle feste rionali, presidente del Circolo Culturale, consigliere comunale, autore di mostre, ha scoperto fin da giovane l’amore per la poesia dialettale (senza per altro dimenticare quella in lingua italiana) partecipando a decine di concorsi regionali e nazionali ed ottenendo ovunque riconoscimenti e consensi.
È autore di una pubblicazione intitolata “El prà de la vita”, una raccolta nata dopo la mostra di poesia da lui organizzata, con grande successo, nell’agosto del 2005 e che fa rivivere in modo coinvolgente il valore dei sentimenti, inquadrando in maniera anche critica i contenuti esistenziali, spesso controversi e contraddittori, del mondo di oggi.
Un personaggio che conosce a memoria tutte le sue composizioni e che, in umiltà ma con grande passione, tanto ha dato e continua a dare alla sua terra ed alla sua comunità.
Tratto da un intervista del giornalista Mario Felicetti per il Periodico di informazione della Cassa Rurale di Fiemme “Crescere Insieme”.
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Capiterà l’autùn
Mi, cormèla de làres,
en cao al filàr.
Ti, fil de fèr entorcolà
a la mè vita.
Ensèma…
a tegnìr en pè la vìgna
e soléve le pìche de ùa
che dessiguàl la vara.
Cocoladi dal sól
madurerà i rasìni
che i deventerà dolci
come i melòti.
E scomenzierà alór en filò
de pernìs, cotórni e francolìni
sarà tèmp de scondiròle
de saltàri, e de lustrìni.
E po’, capiterà l’autùn
co’ i so colori
tèmp de vendéma
e… adadré del spigolàr.
E alór… demò alór
resterón sóli!
Mi, cormèla de làres stagionàda.
Ti, fil de fèr fruà
entorcolà a la me vita.
Ensèma…
a lambicar làgrime de speranza
par embastìr nòve primavere
ARRIVERÀ L’AUTUNNO: Io, palo di larice/in testa al filare./Tu, filo di ferro attorcigliato/alla mia vita./Insieme…/a tenere in piedi la vigna/e sollevati i grappoli d’uva/che gradualmente iniziano a cambiare il colore./Coccolati dal sole/matureranno i racimoli/che diventeranno dolci come il miele./E inizierà allora un incontro/di pernici, coturnici e francolini/sarà tempo di sotterfugi/di controllori, e di lustrini (fronzoli)./E poi, arriverà l’autunno/con i suoi colori/tempo di vendemmia/e…di seguito dello spigolare./E allora…soltanto allora/resteremo soli!/Io, palo di larice stagionato./Tu, filo di ferro consumato/attorcigliato alla mia vita./Insieme…/a distillare lacrime di speranza/per abbozzare nuove primavere.
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Nel cerchio stretto
Teso è il filo.
Tentenna il paletto
nel cerchio stretto
della vita.
Umano indizio
vizio arcano
tastare con mano
il frutto proibito.
Invito al peccato originale
desiderio ancestrale
eterno conflitto
tra il bene ed il male
nel cerchio stretto
di una vita consumata
con il cuore prossimo al rigetto
una vita forse… sbagliata.
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