RICORRENZA… Verona: “Il museo di Castelvecchio: 100 anni dall’apertura”.

…a cura di Maria Rosanna Mucciolo

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“Il museo di Castelvecchio: 100 anni dall’apertura”.

Il museo di Castelvecchio è il più importante della città scaligera, custodisce opere di grande valore della cultura italiana ed europea, grazie al lavoro certosino di Antonio Avena e Ferdinando Forlati. Al restauro lavora anche C. Scarpa con cui collabora l’architetto A. Rudi e l’ingegnere C. Maschietto, ma quello che oggi possiamo ammirare è il risultato della collaborazione di vari esperti come progettisti, collaboratori, staff del museo come A. Aldrighetti, il geometra A. Rudella e il falegname Fulvio Don, gli amministratori comunali, lo stesso sindaco dell’epoca G. Zanotto e l’assessore alla cultura A. De Mou, l’ufficio tecnico del comune con a capo l’ingegnere R. Nicolò, le sopraintendenze con a capo l’architetto P. Gazzola e tanti artigiani che si adoperano, collaborando e lavorando con impegno e dedizione. Per il restauro lavorano anche due ditte: Castellani per i lavori di cantiere e Mario ed Eugenio De Luigi di Venezia per gli stucchi. Adiacente al museo possiamo ammirare il giardino che si presenta come un prato rettangolare delimitato verso sud da due siepi che formano un diaframma e due vasche d’acqua, dove durante alcune ore del giorno si riflette il castello.
Nell’anno in corso ricorrono i 100 anni dall’apertura al pubblico. Questo museo espone importanti collezioni: opere dell’arte medioevale, rinascimentale e moderna. Costituito da 29 sale che espongono dipinti, sculture e reperti archeologici, le opere esposte sono in tutto 622, non meno importante è la collezione di monete e medaglie. Il museo è costituito da più sezioni: gabinetto disegni e stampe, gabinetto numismatica, ufficio amministrativo e tecnico, archivio generale, fototeca, sala per esposizioni temporanee, punto vendita cataloghi, laboratori.
La storia del museo della città scaligera è molto importante e si inserisce in quella che è stata l’evoluzione storica e sociale di Verona. Il periodo storico che comprende l’arrivo di Napoleone Bonaparte a Verona e la dominazione austriaca devastano la città. La situazione incomincia a cambiare con la pace di Luneville del 1801, in questa occasione Verona viene divisa in due zone: alla destra del fiume Adige gestita dai francesi, la sinistra sotto il dominio austriaco. Con i francesi, la città insieme alla provincia subiscono un radicale rinnovamento: chiusero 89 chiese e 100 tra monasteri e confraternite, e tante opere d’arte vengono portate a Parigi, come i quadri Mantegna, Tiziano e Veronese. Unica eccezione è per la raccolta epigrafica di Scipione Maffei, custodita nel museo Lapidario Maffeiano. In epoca fascista, Verona è tra le città italiane più impegnate nel costruire e restaurare grandi opere pubbliche, infatti durante il ventennio di Mussolini vengono ristrutturati alcuni musei, il teatro Romano, Castelvecchio e l’Arco dei Gavi.
Nel 1924, da una grande intuizione di A. Avena (direttore delle collezioni veronesi) prende il via la restaurazione del Museo di Castelvecchio, così nel 1923 avviene il passaggio definitivo da caserma a museo e nel 1924,100 anni fa, si dà il via ai lavori di restauro ad opera dell’architetto F. Forlati. Terminato il restauro alcune opere vengono trasferite da Palazzo Pompei al museo di Castelvecchio, vengono esposte in stanze che rievocano le antiche “magioni” (dimore) medioevali e rinascimentali, ma anche i “fasti scaligeri”.
Il museo vanta una bellissima posizione geografica, si trova nelle vicinanze di piazza Brà, lungo corso Cavour (la vecchia via Postumia realizzata dai romani), l’Arco dei Gavi, e dall’altro lato si può ammirare il ridente Adige e la collina delle Torricelle, in uno scenario tra passato e presente, con una vista spettacolare, accoglie ogni anno numerosi turisti e appassionati di opere d’arte. Si possono ammirare i dipinti di importanti esponenti della scuola veronese: Pisanello, Paolo Caliari (Veronese), Farinati, Turchi, Cignaroli, ma anche le opere di importanti maestri veneziani come Mantegna, Tintoretto, Ricci, Tiepolo.

Maria Rosanna Mucciolo

Fonti:
Wikipedia

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