Pubblicazione del libro – “A REGOLA D’ARTE”… di Andrea Ciresola… segnalazione a cura di Daniela Angela Fornaro – 113
…a cura di Daniela Angela Fornaro
danielaangela.fornaro@gmail.
MONTEFORTE D’ALPONE (VR)
Andrea Ciresola è nato a Verona nel 1961 e vive a Monteforte D’Alpone (VR). È restauratore di beni culturali, lavoro che alterna con le passioni di sempre: la scrittura e la pittura. Con le sue opere risponde all’urgenza di rappresentare il quotidiano in tutte le sue forme attraverso i sogni, le speranze, le nevrosi e le ossessioni che accompagnano ognuno di noi ogni giorno. Nel campo delle arti visive ha conseguito prestigiosi premi internazionali e ha esposto le sue opere a New York, Berlino, Valencia, Budapest, oltre che in tutta Italia. È anche illustratore di libri e scrive testi poetici e teatrali. Per People ha pubblicato due romanzi gialli che costituiscono la serie del commissario Zileri: Gli angoli dei numeri (2022) e Innumerevoli tentativi di imitazione (2023), quest’ultimo vincitore della IX edizione Benevento Braille 2024.
A REGOLA D’ARTE
di Andrea Ciresola
Illustrazioni di Dario Mellone
Collana: Gialli
People Srl
Finito di stampare nel mese di luglio 2024
ISBN 9791259792464
Una nota a margine va riservata all’oggetto-libro, che per la prima volta vede, contestualmente all’acquisto della copia, anche quello di un’opera d’arte digitale compresa nel prezzo di copertina. Si tratta di NFT, una recente e sofisticatissima tecnologia d’avanguardia. Il lettore, insieme alla copia del libro, diventa proprietario di un’opera realizzata dall’artista Dario Mellone nel 1967.
Ho conosciuto Andrea Ciresola nel 2018, in occasione di un incontro tra poeti e scrittori di zona. Ne ho apprezzato sin da subito l’integrità artistica e la severità intellettuale, nonché la sua grande preparazione in ambiti diversi: nella pittura, nella scrittura, nella poesia e nella narrativa. Di lui ho letto tutti i suoi libri e in ultimo il giallo “A regola d’Arte” che intendo proporre e segnalare per poliedricità di contenuti e peculiarità artistica.
È cosa assai nota che un romanzo giallo, in quanto tale, non può essere raccontato con dovizia di particolari, né tanto meno essere svelato. Ma quando è intriso di riferimenti artistici, scientifici e culturali della Milano degli anni Settanta, con la “contest-azione” che imperversa e l’arte che si fa depositaria di questo nuovo-comune sentire tale da attribuire allo stesso romanzo una connotazione rappresentativa di una realtà in divenire che va oltre la semplice trama, difficile non esprimersi quanto meno su stile e contenuto, quel tanto che basta a stimolare curiosità ed interesse.
Il lettore viene trascinato, sin dalle prime pagine, in un insidioso mistero intriso di rapimenti, omicidi, lampade intermittenti e lettere senza destinatario, per presto ritrovarsi in una dimensione che esula il semplice crimine e si addentra nelle vie di una Milano fredda e solitaria (“La città …spalanca gli incroci, non c’è un cane neanche a cercarlo. La notte è fredda e sulle vie i lampioni accesi disegnano cerchi sull’asfalto”), ma anche di una Milano animata da mostre e rappresentazioni, da opere e artisti, da atti di terrorismo e di rivolta femminile. Circostanze ed ambiti che, tra raggiri e trame sottese, difficilmente resistono alla tentazione di rivelare anzitempo più del dovuto.
Ma la fedeltà all’autore e al giallo impone il silenzio su intrighi e vicende, su spiragli di verità che nel corso della lettura via via emergono grazie agli indizi rivelatori contenuti nei disegni ad altissima precisione di Dario Mellone. Spiragli, tuttavia, presto distratti e disattesi da protagonisti dai nebulosi profili, non sempre del tutto estranei alla vicenda; dall’esuberanza del questore Forni, che solo apparentemente sembra dominare e condurre la gestione del caso; dalla personalità del commissario Zileri, spesso combattuta tra il dovere d’ufficio e la fedeltà al sentimento di amicizia e di stima che lo lega all’artista per la sua grande capacità di cogliere nei disegni particolari che sfuggono persino all’obiettivo più esperto. Ed ancora, figure femminili che contornano la vicenda con intuizioni rivelatorie e protagonismi inattesi e sorprendenti senza tralasciare, a tratti, coinvolgimenti dai toni erotici e sensuali. Ma non mancano anche momenti di prosa e poesia nella descrizione di una Milano ancora assopita che lentamente si desta alle prime luci dell’alba (“La notte è passata senza che la città se ne sia accorta, ne ho ascoltato il respiro quieto … nel buio che sta per svanire. Sarà la luce a imbiancare i marciapiedi vuoti, ad abitarli per prima, molto prima delle persone”); momenti di intensa e profonda riflessione sull’essere e il divenire; sul vero senso dell’arte e del ruolo che svolge nel farsi portavoce di disagi e mutamenti sociali sino alla sua eclatante definizione “…È l’esagerazione di un’idea”; ed ancora, altamente evocativa, la risposta “Siamo noi!” alla domanda: ma qual è l’opera d’arte?
E non disdegna il gioco degli scacchi Andrea Ciresola in una partita (anch’essa realmente disputata), tra questore e commissario che stancamente si protrae lungo lo scorrere della trama, metafora di comportamenti annunciati, di dialettica allusiva e sottesa tra i due protagonisti chiamati a risolvere, seppur in ambiti e ruoli diversi, il mistero. Una partita a scacchi in cui il vincitore verrà anzitempo svelato dallo sguardo puntuale e visionario di Mellone “… non si impegni troppo in quella partita, l’ha già persa”.
C’è davvero tanto nel nuovo romanzo di Andrea Ciresola, molto più di quanto ci si possa aspettare da un comune giallo il cui epilogo è spesso scontato.
Riferimenti a fatti accaduti e a personaggi realmente esistiti nel panorama milanese degli anni Settanta farciti da una buona dose di inventiva, donano al romanzo un suggestivo e accattivante alternarsi di realtà e finzione, laddove la linea di demarcazione può a tratti sfuggire persino sull’autenticità o meno di un’opera contenuta nel libro e (falsamente) attribuita a Mellone, la cui individuazione costituisce la sfida che l’autore lancia all’occhio attento del lettore.
Che dire, non è facile affrontare a ritmo lento e cadenzato l’ultimo romanzo di Andrea Ciresola, né rinviarne la lettura a tempi lunghi e frammentari, né tanto meno assentarsi e divagare col pensiero, perché una volta iniziata, si viene attratti e catturati nei meandri descrittivi, provocatori e stimolanti della trama, sino a leggerlo tutto d’un fiato, come spesso accade quando ci si ritrova tra le mani un giallo degno del più qualificato panorama narrativo.
Ad Andrea Ciresola l’augurio di meriti e di alti riconoscimenti per questa sua ultima, pregevole opera e ai lettori l’invito a lasciarsi sedurre dal suo estro artistico e narrativo.
Buona lettura
Daniela Fornaro