Borghini Giovanni – “Marco degli uragani”
…a cura di Elisa Zoppei
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Sempre alla ricerca di nuove emozioni, noi lettori incalliti, ogni tanto siamo sedotti da un contatto che non ci aspettavamo con le pagine di un libro sconosciuto di cui non avevamo ancora sentito parlare. Galeotto fu il libro e chi te l’ha consigliato. In questo caso è stato l’amico poeta Enrico F., che me lo ha fatto avere tra le mani qualche mese fa. Così il mio incontro con “Marco degli uragani” (CIERRE edizioni 2021), è stato un incontro con un mondo totalmente nuovo, un richiamo ancestrale alla vita del mare e sul mare… Qualche parola scambiata con l’autore, me l’ha reso anche più attraente da farmelo condividere.
Note biografiche raccolte dalle sue parole.
Giovanni Borghini, nato a Verona nella metà degli anni Sessanta, ha frequentato il liceo classico che gli ha trasmesso la passione per le lettere, anche se la vita in seguito lo ha dirottato verso l’economia. Oggi esercita la professione di dottore commercialista e insegna Economia aziendale ai corsi serali. Attualmente si occupa della Scuola di Alta Formazione dei commercialisti delle Tre Venezie, per la quale ha avviato una collana di approfondimento tecnico. Impegnato in variegate attività culturali, per Cierre ha curato, nel 2017, il volume L’Istituto Lorgna-Pindemonte. Istruzione e società in 150 anni di storia.
“Marco degli uragani” è il suo primo impegno narrativo, ma come è nata l’idea di scrivere un racconto?
– L’idea di scrivere un racconto non mi aveva mai sfiorato. Poi ho rivisto Marco, un amico d’infanzia, e mi sono trovato dentro i suoi uragani, quasi per caso. Scrivere è, per me, un divertimento faticoso, ma anche degli occhiali spessi per guardare il mondo e uno specchio opaco dove provo a riflettere.
«Ieri ho disegnato questa Barca. Poi ho approfittato della luna piena e sono uscito in mare, …il mare dei sogni e della coscienza infinita » S. Noseda)
Scritto con un sorprendente inaspettato slancio poetico, in questo libro viene raccontata la storia vera di un uomo e di una donna che stanno insieme amandosi, sognando e progettando di fare della propria vita una perpetua salubre avventura. Marco è un insegnante di educazione fisica con la passione per la vela e Silvia è impiegata nell’ufficio commerciale di un’impresa che esporta in tutto il mondo. Condividendo la passione per la vita oltre che per la vela, di comune accordo decidono di lasciarsi alle spalle una vita di routine, i lavori impiegatizi, gli orpelli domestici e i ricordi goliardici per avventurarsi in una impresa concepita allo zenith dell’immaginario: la traversata dell’Atlantico in barca a vela.
Insieme alla novità dell’argomento, mi ha affascinato la ricca meticolosa precisione descrittiva delle varie fasi della preparazione al viaggio. L’autore, più avvezzo a scrivere saggi di economia piuttosto che romanzi di viaggio, sfoggia qui una particolare versatilità da scafato narratore, innestando vita propria alle cose più comuni, a partire dagli strumenti di navigazione, presi uno per uno nella loro particolare funzione. Lo stile vivace, sciolto ed elegante, rende interessante la lettura facendoci avvertire appieno l’ansiosa attesa dell’incipiente partenza. Pronti ad affrontare il giro del mondo su una barca a vela, siamo impazienti di “levare le ancore”.
Nulla viene trascurato, tutto ha un suo posto specifico e insostituibile nel filo della storia che avvince tiene e desta la curiosità del lettore, portandolo a spasso nei luoghi magici delle Canarie, fino ad arrivare ai Caraibi, facendogli visitare siti esotici vestiti di colori e profumi eccitanti, abitati da voci sorelle anche se provenienti dalle varie parti del mondo.
Accanto e intorno alla protagonista centrale del romanzo CHERAZADA, una barca a vela con una giovinezza avanzata ma non trascorsa, insomma un po’ attempata, che ha una lunga e sofferta storia di passaggi da un padrone all’altro, si muovono Marco e Silvia con i loro pensieri, i tremori, i dubbi, persone in carne, cervello, sangue e sogni, più che personaggi di una trama. E insieme a loro una miriade di comprimari, uomini e donne vecchi e giovani, tutti fermati nei loro peculiari ruoli e fisionomie personalizzate, come in un teatro dell’Arte, dove si recita la vita. CHERAZADA non è solo un nome, ma è portatrice di un fluente riflusso narrativo di intricate favole persiane delle mille e una notte, narrate appunto da Sherazade, come sappiamo. Riportata in auge, tenuta bene, sistematicamente curata, diventa affettuosamente CHERY, capace di resistere agli uragani che si scatenano impietosi, di tanto in tanto, una volta usciti dallo stretto di Gibilterra alla volta dell’Atlantico. Da questo libro, oltre all’esperienza di una vita fascinosamente raminga, che si rinnova ogni giorno sotto il sole o la pioggia, nel chiuso traballante della cabina, o in fase di ferma nella vita rumorosa di porti e porticcioli, si portano fuori dei pensieri lapidari: “La libertà non consiste nel partire, ma nella possibilità di fermarsi senza metter radici”. Marco e Silvia e i loro amici o compagni di viaggio lo hanno capito. Nel solito tran tran della terra ferma forse non ci sarebbero arrivati. Ma ora sì. Ogni luogo, ogni cosa ogni evento ha il ritmo narrativo di una avventura magico fiabesca. Ci rendiamo conto che fra coloro che hanno scelto di trasferire sull’acqua la propria vita, non ci sono persone banali: ciascuno può reciprocamente contare sull’altro per un aiuto, un consiglio, una mangiata insieme, qualche ora di svago. Sembra, come per Venezia, che l’idea di gettare le fondamenta della propria esistenza in un elemento liquido finisce per modificare il senso di ogni esperienza quotidiana. Si ha la chiara consapevolezza che per partire non basta una barca, occorre il coraggio per salpare le ancore! Non solo in forma metaforica. Marco e Silvia, ancorandosi l’una all’altro, affrontano con determinazione il progetto di andare dall’altra parte, forniti di coraggio e di fede nelle proprie forze. Non partono per andare in cerca di fortuna, per diventare più ricchi, né per curarsi dallo stress, ma aspirano profondamente di vivere in libera sintonia con gli elementi della natura nei giorni tranquilli e festosi della quiete, come in quelli tremendi degli uragani che quando arrivano travolgono i loro destini e tutto si deve ricominciare …Lo scontro con l’uragano Gonzalo avviene quando arrivano ai Caraibi, lo affrontano insieme alle mille difficoltà di una terra che sotto la parvenza di un volto ospitale, per chi ha pochi mezzi mette a dura prova l’equilibrio di sopravvivenza. Ce la faranno?
Che ne sarà di loro che quando, dopo aver sperimentato la bellezza di un vivere sospeso fra mare e cielo, metteranno i piedi sulla terra ferma?
Noi ci auguriamo che sappiano far tesoro di quanto hanno immagazzinato e soprattutto si sentano maggiormente agguerriti per riprendere la via del mare… la via verso la libertà….
Buona lettura
Il romanzo è reperibile su Amazon e nelle librerie di città e provincia.
Elisa Zoppei