Pezzolati Maria Fiorita – “Come fiore nella crepa”

“Come fiore nella crepa”: In questo primo romanzo, uscito nel 2008 con la mia presentazione, vi è la sua vita narrata in prima persona dall’infanzia alla maturità, con vivezza e autenticità di toni. È nata a Goro nel 1944, un piccolo paese di pescatori situato nella bassa padana ferrarese sul delta del Po’. La sua era una famiglia modesta e lei fu colpita in tenerissima età dalla poliomielite, subendone, in quei tempi duri, tremendi disagi sociali, ma si salvò dalla disperazione mediante l’incontro con la musica. Quando nel ’58, il suo paese, venne distrutto da una violenta alluvione del Po’, la popolazione fu trasferita all’interno di scuole adibite a rifugi, dove si fermò per alcuni mesi. E in quella situazione angosciante fu la musica a restituire a Maria Fiorita la speranza e l’allegria… Imparò si può dire da sola a suonare la fisarmonica e il pianoforte. Più avanti divenne anche cantautrice. Tutto questo è raccontato nel suo romanzo autobiografico dal quale esce una figura di donna che al di là della sedia a rotelle, combatte la sua battaglia quotidiana né più né meno di qualsiasi altra donna che cammina con le proprie gambe: ama ed è riamata, si è innamorata, si è sposata, si è separata. Ha allevato una figlia e sofferto per la fine di un sogno e ha sempre coltivato la sua passione per la musica e il canto dando la scalata alla vita e al successo. Infatti dotata di autentico talento canoro, superando piccole e grandi difficoltà, è riuscita a sfondare nel mondo della musica leggera fra gli anni settanta/ottanta, interpretando con grande consenso di pubblico le più belle canzoni del repertorio classico internazionale. Minuta e fragile all’apparenza, questa donna ha anche l’arte di saper raccontare ricucendo pezzo per pezzo la sua esistenza straordinariamente ricca di colpi di frusta e di colpi di fortuna: fortuna non gratuita, ma tenacemente inseguita giorno dopo giorno con determinazione, sciogliendo la sua voce al canto, spostandosi sulle strade del mondo a tempo di musica.Oggi abita con la figlia a Villafranca in un grazioso appartamento: è serena e non canta più ma conserva i CD dei suoi successi che in varie occasioni di incontro strappano scrosci di applausi a un pubblico apertamente entusiasta. Inoltre se prima camminava cantando ora continua a camminare scrivendo. Ultimamente ha dato alle stampe il suo secondo libro “Due amici una vita” (Edizioni Albatros-Il Filo), un storia vera e struggente, dove l’autrice si fa carico di accampare l’amore come unico mezzo di riscatto umano in grado di anteporsi alle ipocrisie perbenistiche e abbattere i pregiudizi.

Breve riassunto: Giorgio, giovane con tendenze omosessuali, costretto fra vani abbagli e delusioni a vendersi per campare la vita, quando ormai non si aspetta più niente e sta perdendo anche la voglia di sognare, incontra per caso Remo, un uomo retto, sensibile e pieno di risorse che gli tende una mano e gli offre la sua amicizia. Nasce tra loro un’intesa spontanea che li porterà a realizzare nella vita quotidiana un intenso rapporto di reciproca dedizione. Percorrono per alcuni anni, mano nella mano, una strada lastricata dai segni concreti di un vero amore, inseriti in un contesto sociale che li accoglie in coppia. Il loro è un amore con la A maiuscola, che aiuta entrambi a dare il meglio di sé fino in fondo. Quando Remo viene colpito da sclerosi amiotrofica laterale, pur consapevole della propria sorte, ricava grande forza interiore dal premuroso affetto dell’amico che gli sta accanto e non lo abbandona mai. Riesce quasi miracolosamente in forza di questo amore a continuare a vivere per altri otto anni anche se tanti grandi medici all’inizio della malattia gli avevano diagnosticato sei mesi di vita. Si spegnerà piano piano, godendo fino alla fine di ogni minima gioia che la vita gli riservava: il vento tra le foglie che, entrando nella sua camera di dolore dalla finestra aperta, gli porta il profumo dell’acqua salata del mare, il sorriso degli amici, la fedeltà di un cane giocherellone, la carezza in una mano innamorata. “Egli faceva parte del mio essere – ricorda Giorgio – di ogni attimo dei miei giorni indissolubilmente…. Ormai Remo viveva solo attraverso la mia persona: io ero la sua voce, le sue gambe le sue braccia e ogni parte del suo corpo…”. Rimasto solo, forte dell’amore che ha dato e ricevuto, riesce a vincere la disperazione e a guardare verso il futuro con una nuova fiduciosa attesa.
Come scrive l’autrice nella sua prefazione “Questa, è una storie come tante….. che mette in scena la vita di due persone che hanno sublimato il loro sentimento, al di là di ogni cultura diversa e di ogni razionale pudico pensiero. E se volessimo soffermarci un solo attimo per capire cos’è che spinge ogni essere a voler vivere, comprenderemmo che niente è più forte dell’amore vero, quando supera gli alti argini di preconcetti e giudizi morali consacrati dalla tradizione. L’amore ha compiuto il miracolo perché l’Amore, da qualunque sorgente nasca é sempre, per chi lo vive, un valore ineguagliabile”.

Leggiamolo dunque con gli occhi della mente e del cuore questo breve romanzo di poche intensissime pagine piene di amore, di dolore e di speranza, sorvolando su qualche svista di carattere formale (punteggiatura non sempre appropriata, qualche uso di strutture sintattiche “impertinenti” anche se ormai consuete) che non offusca la bellezza del racconto condotto con tratto elegante e delicato senso della misura.