De Cadaval Rudy
…a cura di Graziano M. Cobelli
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L’Ultimo uomo
Egli evita il solenne ritmo del mare
basta una sola collina
per chi ha a disposizione il mondo intero.
Si unisce al silenzio verdebruno,
ispeziona le trappole, si perde
nel folto, tra grandi massi riappare.
Torri di guardia non innalza. Vive
come gli uccelli, bastanti a se stessi
saltellano e beccano. Potrebbe
stare alla macchia per una settimana;
mantiene l’abbrivio come loro
sull’ala librata del presente.
Ma a volte, allo svegliarsi, con il segno
d’una pietra sul fianco più pungente
del discorso dei sensi e della memoria
di mostruosa battaglia. Schiude allora
un canale in disuso all’irruzione
dell’odio, finché l’estremo uomo
sale l’estrema collina, senza avere
pensiero sentimento, come prima.
Preserva se stesso come natura
ma quale vissuto caricatura
della razza cui gli accade di sopravvivere.
È vestito di fango. Privo di movente.
Interamente rappresentativo.
***
Dalla mia parola erede crescerà l’albero del silenzio
Non cerco me nella poesia
mi nascondo in fondo
Non cammino nella metafora
come nel cappello decorato di piume
Invito al tavolo gli amici
e i nemici ancora più fedeli
Morirò tutto ma dalla mia parola erede
crescerà l’albero del silenzio
E sopra la baraonda del mondo
sporgerà il ramo stupito
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Poesie da: www.literary.it
Foto e Biografia da: Wikipedia