Etimologia 14 (espressioni dialettali)
…a cura di Giovanni Rapelli
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Etimologia 14 (espressioni dialettali)
Un’espressione veronese caratteristica, che molti ricorderanno, è quei de la Barlòca. Con questa espressione si indicò, negli anni ’50 e ’60, «i rappresentanti del potere politico, in particolare della Democrazia Cristiana» (ma talvolta si indicò in questo modo la Chiesa in quanto struttura di potere temporale, non in quanto propugnatrice di un ideale religioso). In seguito, vennero detti cosí anche gli alleati della DC. Ultimamente, la definizione di quei de la Barlòca veniva data semplicemente ai detentori del potere indipendentemente dalla loro colorazione politica, come a dire quindi “quelli della casta che comanda”.
Ma da dove viene questo epiteto? Vediamo cosa offre la vasta famiglia lessicale dei gerghi. Il milanese ha barlòc «diavolo»; nel ferrarese c’è barloca «gran fame»; nel gergo cosiddetto “furbesco” del Cinquecento compare berlo «bocca». Ma il chiarimento, credo, appare subito se esaminiamo il dialetto torinese.
Qui è documentata la parola berlòca «polenta; brodaglia; minestrone; pasto che i muratori consumano sul luogo del lavoro», oltre all’espressione bate la berlòca «battere la cassa per chiamare i soldati al rancio». A mio parere, la nostra Barlòca ci venne o dal dialetto torinese dei muratori (e degli operai in genere) oppure — e questo è molto più probabile — dal linguaggio dei soldati. Subito dopo che il Veneto venne aggregato al Regno d’Italia (1866), Verona si riempí di militari piemontesi, e costoro indubbiamente ci trasmisero qualcuna delle loro espressioni. La loro berlòca, dunque, passò a indicare il cibo sicuro, il vitto che l’esercito garantiva; era facile da qui creare il significato di «coloro che ti danno da mangiare = i potenti».
Incidentalmente — non c’entra, ma può interessare al lettore — i piemontesi che giunsero a Verona subito dopo l’annessione del Veneto venivano detti correntemente i savoiardi… perché rappresentavano la Casa di Savoia.
Giovanni Rapelli