Etimologia 58 (Postuma) – (Espressioni dialettali)

…a cura di Giovanni RapellietPer le tue domande scrivi a >>>  info@giovannirapelli.it

Etimologia 58 (Postuma) – (Espressioni dialettali)

Testa da porton
Notissimo intercalare, che si usa nei confronti di qualcuno duro di comprendonio, che non capisce nulla. Fino a qualche tempo fa, prima che arrivassero i campanelli elettrici, le case o avevano campanelli veri e propri (tirati da una lunga asta di ferro con un manico all’altezza del viandante) o erano provviste del “picchiotto” (in veronese batòcolo). Questo era un grosso anello di ferro con in basso una testa, di solito la testa di un vecchio barbuto: per chiamare quelli di casa, si alzava la testa e la si picchiava contro la porta. Questa era la testa da porton, che passò poi nel nostro modo di dire a indicare una “testa dura”, uno che non capisce.

El te para intorno come un móscolo
Si usa questa espressione per mettere in guardia una persona da chi la raggira senza scrupoli, col senso si «(quello) ti fa andare di qua e di là come vuole lui». Si capisce subito da dove abbia origine il monito quando si pensi che il móscolo è la trottola, il comunissimo giocattolo di una volta; “quello ti fa girare di qua e di là come una trottola”.

Te me pari un guíndolo
Espressione che si usa a proposito di una persona indaffaratissima, che corre di qua e di là senza un attimo di tregua. Letteralmente significa «mi sembri un arcolaio». Si tratta di una frase nata nel lontano passato di quando le donne tessevano in casa i vestiti: l’arcolaio era un apparecchio che permetteva di ridurre le matasse di filo in gomitoli, e consisteva di una ruota azionata a mano e di una bobina sulla quale si avvolgeva il filo. L’arcolaio girava in continuazione, monotonamente, e da qui scaturì la similitudine.

Giovanni Rapelli

***

Articolo apparso nella rubrica “Modi di dire popolari” in “La solidarietà di Verona Est” n. 8, dicembre 1996.

↓