Etimologia 59 (Postuma) – (Toponomastica)

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Etimologia 59 (Postuma) – (Toponomastica)

Notiziole su Grezzana

Il paese ebbe origine sicuramente dal podere di un colono romano, un certo Graecius (Grecio). Il podere venne detto fundus Graecianus, e quindi nell’Alto Medioevo – quando si formarono i nostri dialetti – dovette arrivare alla forma maschile Grezàn; a un certo punto, però, forse in epoca carolingia, subentra la forma femminile Grezana perché il riferimento non è più a un podere, ma a un intero paese. Il paese è detto infatti, nel Medioevo, “villa”: così che grezàn diventa vila Grezana. Successivamente scompare la prima parola e rimane solamente Grezzana (lo stesso procedimento si verifica per la non lontana Marzana).
Vi sono vari resti che testimoniano la romanità del paese, in particolare il Battistero (che utilizza un cenotafio romano). Una volta arrivato il cristianesimo, sorge a Grezzana una chiesa dedicata a S. Martino (santo tipico dei Longobardi), che nel VI o VII secolo diviene la pieve dell’intera Valpantena. Nel 923 risulta già edificato a Grezzana un castello, probabilmente in conseguenza delle scorrerie degli Ungari.
Alla fine del XII secolo anche Grezzana, come molti altri paesi del Veronese, forma un proprio comune. La pieve ha in quel tempo giurisdizione anche sui Lessini, a nord del paese; col passare degli anni, però, molte comunità se ne staccano, costituendo nuove parrocchie indipendenti (Azzago, Chiesanuova, Lugo, Erbezzo ecc.).
Nel 1411 sorge a Grezzana un ospedale, detto di S. Bartolomeo; l’ospedale rimarrà attivo fino all’arrivo dei Francesi (fine Settecento), quando verrà soppresso dal Comune in mano ai giacobini filo-francesi. Nel Seicento si verificano nella zona vari episodi di prepotenza (a opera dei cosiddetti buli, o bravacci); diverrà famoso un bandito soprannominato Falasco, che ha la sua base in una grotta presso Stallavena.
La chiesa parrocchiale viene alzata con una volta a botte nel 1765; rimodernata nel 1813, viene dotata dell’attuale facciata nel 1900. Il paese conosce un notevole sviluppo industriale nel secondo dopoguerra, facilitato anche dalla costruzione della strada provinciale Verona-Bosco (completata nel 1959).

Giovanni Rapelli

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Articolo apparso in “El marciador” giugno 1997.

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