Castagnaro Giovanni
… a cura di Graziano M.Cobelli
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La prima Poesia la scrisse ad 8 anni, era indirizzata al papà e si intitolava “Ti ricordi”.
Non ha fatto alcun esercizio specifico per iniziare a scrivere, semplicemente si è trovato incinto di eruzioni momentanee di stupore. Adesso ha 40 anni appena compiuti, ed ha una quantità imponente di fogli scritti, ed anche qualche tovagliolo di carta che ha accolto una di quelle improvvise incontinenze.
L’unica volta in cui ha partecipato ad un concorso letterario è stato il Campiello Giovani nel 1990: scrisse qualcosa di troppo difficile e la critica positiva di due importanti scrittori non lo salvarono dalla delusione.
Scrisse di una bambina scultrice, la descrisse nel suo fare arte dinnanzi una forma di legno.
Il racconto breve finì con queste parole che penso lo descrivano: “Signori perdonate questo disvegliare ma quando chiudo gli occhi o li tenno aperti rinunciando a sofferir l’animo nel disio della conoscenza, non posso trovar l’imagine simigliante a quel c’ho di dentro, ed il legno duro non persona il confondere”.
Chiede amicizia e ride!
***
Mamma
S’appisola
la stanchezza
su guance di bambino.
Ultima,
la madre,
sull’altrui torpore
s’inchina sazia,
già manna
dell’ingrato risveglio.
***
Poesia
Poesia forse è menzogna,
lussuria dell’attimo
bisognoso di essere truccato
di brezza.
Forse pianto
congestionato sul bianco piano,
sì forte è la commozione
di vedere la vita sanguinare.
Certamente atto
vacillante sulla mezzaria
dell’umana illusione
ad attendere che compassione
faccia cadere il sudore
sul solco che a primavera
fa sbocciare.
***