Girlanda Agnese

…a cura di Graziano M. Cobelli

Poesia

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Agnese Girlanda

Agnese Girlanda è nata a S. Rocco di Roveré V.se, vive a Verona.
La lettura fu la sua prima amica.
Dalla pittura ebbe molte soddisfazioni.
Scrive poesie con la penna del cuore in dialetto e in italiano.
Parecchie sue poesie e racconti sono state premiate in concorsi letterari regionali, nazionali ed internazionali.
Usa espressioni dialettali che stanno scomparendo.
Al suo attivo, 4 pubblicazioni in Lingua ed in Vernacolo tra il 2007 ed il 2017.

 

 

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Maschere

Chissà se… pur indossando
un’affascinante maschera di luce
anche la luna
nasconde fra le bende del buio
le ferite del suo cuore…

… eppure quel suo sorriso
è inappuntabile:
che abbia imparato anche lei
a nasconderli nell’anima
i dolori dell’esistenza?

Domani, magari
si rimargineranno le mie ferite.

… ma, rinascerà liscia la mia pelle
come l’erba su un’escoriazione
del terreno?

***

Parlade da late

Rebomba echi de parlade da late
ne la me val de i ricordi:
“dachelavìa … supozò…
andoélo?… mòleghe on ponto!”

 I me vén àdrio come nenie,
arfi improfumé de borotalco,
stale… violete …

Sacrifissi e fadighe incarnìe
ruinava i ossi, la pel, ma no l’anema
de chei omeni che i disegnava
el so ortesel co’ la sàpa,
fin a farlo somejar
a on quaderno a quadreti.

Pajeta dopo pajeta,
i restelava sù quèstue da metar
ne la mosina par on sogno:
regalar ’na péna e on sussidiario
a la so nova generassion.

Gente sodisfé de vardar
i so rebuti orgoliosi del tòco de carta
incornisà: anco’, sensa romparse
le onge, i somena campi de pan
e vin via internet.

Resta ’na poesia colorà
da speranse sempre verde, da amar
e da salvar sul granar del cor.

Parlata da latte: Nella la valle dei ricordi / rimbombano echi di parlate da latte: / ”già che sei lì … suppergiù … / dov’è? … lascia perdere! //Mi vengono dietro come nenie, aliti profumati di talco, / stalle … violette … // Sacrifici e fatiche incarnite / rovinavano le ossa, la pelle, ma non l’anima /di quelle persone che disegnavano / il loro orticello con la zappa, fino a farlo sembrare / ad un quaderno a quadretti. // Pagliuzza dopo pagliuzza, / rastrellavano questue da mettere / nel salvadanaio per un sogno: /regalare una penna ed un sussidiario / alla sua nuova generazione. // Gente soddisfatta d’osservare / i loro germogli orgogliosi del pezzo di carta / incorniciata: oggi, senza rompersi le unghie, / seminano campi di pane / e vino via internet. // Rimane una poesia colorata / da speranze sempre verdi, da amare / e  da salvare nel granaio del cuore.

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