Malesani Emilio
…a cura di Giancarlo Volpato
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Combattente nella prima guerra mondiale e pluridecorato, geografo, professore universitario, Emilio Malesani nacque a San Bonifacio, frazione Lobia, il 25 gennaio 1892. Terminati gli studi secondari, s’iscrisse alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Padova, ma la guerra lo reclamò a sé come tutti i giovani della sua epoca. Sottotenente alla fine del 1914, divenne tenente e poi capitano durante il conflitto, nel 1917.
Arruolato nel 259° Reggimento fanteria, combatté nelle battaglie più cruente della prima guerra. Molto attento ai suoi soldati, preciso, valoroso e perspicace ufficiale si guadagnò due medaglie d’argento e due di bronzo al valor militare, una “Military Cross” (decorazione al merito dell’esercito inglese), una francese, una Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, una medaglia interalleata della Vittoria e altre decorazioni minori. Di tutte queste onorificenze, Malesani non parlò quasi mai poiché – da soldato e da cittadino – reputò solamente doveroso ciò che aveva fatto. Egli fu presente, tra le altre, all’infausta battaglia della Bainsizza e fu insignito della prima medaglia d’argento nel doloroso scontro di Versic-Korite (oggi Vršić e Korite na Krasu, in Slovenia) in pieno Carso tra 19 e 22 agosto 1917 nell’11° battaglia dell’Isonzo; la seconda medaglia d’argento la conquistò a Selo, presso Tolmino (oggi, sempre in Slovenia) il 19 settembre 1917 dove, seppure ferito al volto da una scheggia di granata, guidò i suoi soldati. Al termine del conflitto, la Brigata Murge, che aveva incorporato il suo Reggimento, fu mandata in Libia a combattere nello scontro italo-turco; sbarcato a Homs, Emilio Malesani, con il suo battaglione, rimase fino al 16 luglio 1919 quando fu deciso di fare rimpatriare i soldati.
Allora si laureò, a pieni voti, a Padova e abbracciò i suoi prediletti studi di geografia. Insegnò, subito, negli Istituti tecnici sino al 1933 quando entrò a fare parte dell’ateneo bolognese; egli era stato allievo di Roberto Almagià, poi lavorò con Carlo Errera e, infine, con Antonio Renato Toniolo: erano, quei maestri, i maggiori studiosi della geografia dell’epoca. Conseguì la libera docenza nel 1937 ed iniziò ad insegnare nelle università di Modena, Bologna, Ferrara, Firenze per concludere a Parma nel 1962. Tenne la docenza di Storia delle esplorazioni geografiche, poi di Geografia e storia dell’Asia Orientale, con l’incarico di Geografia e poi di Geografia economica.
Durante questi periodi, Emilio Malesani si occupò molto di didattica verso gli insegnanti delle scuole medie superiori: tenne corsi per loro, fu spesso presidente di commissioni per abilitazioni nazionali e, soprattutto, scrisse opere di divulgazione geografica che rimasero importanti nella storia della scuola. Egli aveva questa predisposizione che sopravanzava quella, scientifico-accademica, dell’insegnamento universitario. Produsse, infatti, molte opere con il chiaro intento di divulgare, sia presso gli insegnanti sia presso gli studenti, la conoscenza del mondo fornendo loro delle pubblicazioni assolutamente precise che aiutarono molto la visione di paesi sconosciuti introducendo i lettori ad una profondità sino ad allora non nota.
Per questa sua eccellente dote, Emilio Malesani fu chiamato a redigere molte voci geografiche per l’Enciclopedia italiana di scienze lettere ed arti (a tutti nota come Enciclopedia Treccani) oltreché per il Grande Dizionario enciclopedico U.T.E.T. e per la Geografia universale illustrata diretta dal suo maestro Almagià; per l’Enciclopedia italiana, tra le altre voci, assieme a colleghi, redasse la voce Verona nel 1937.
Si dedicò alle esplorazioni sia in Africa sia in America Latina sulle quali tenne dei corsi universitari. In tutte le sue opere, Malesani mise a profitto la sua grande cultura che si estendeva agli aspetti fisici della geografia, a quelli antropologici, a quelli economici e politici offrendo, sempre, un forte contributo di sintesi. I suoi studi sul Brasile e su alcuni paesi africani appaiono insostituibili, per i tempi in cui furono concepiti.
Al gruppo delle opere squisitamente scientifiche, appartengono, invece, alcune monografie ch’egli venne scrivendo; nel 1938 pubblicò un importante lavoro sulla Val Gardena e le valli adiacenti con una carta antropogeografica di notevole rilevanza; due anni dopo consacrò la sua attenzione al fenomeno del “maso chiuso” in Alto Adige e alle necessità connesse. Alle Valli Grandi Veronesi dedicò un prezioso contributo parlando della storia della bonifica, degli insediamenti, del popolamento e di tutte le questioni connesse.
Oltre alla sua opera d’insegnamento universitario e alla sua produzione geografica, appare doveroso ricordare l’apporto che Malesani dette al Consiglio Nazionale delle Ricerche nel campo della geografia fisica e il suo infaticabile lavoro per i congressi. Il suo nome, tuttavia, rimane legato indissolubilmente a ciò che fece per la scuola media inferiore e superiore. A Bologna, dove si era stabilito, occupò pure la direzione dell’Unione Cattolica Insegnanti Medi. Ai suoi maestri dedicò tre articoli di grande suggestione.
Emilio Malesani si spense, improvvisamente, per un aneurisma ad un’aorta, a Bologna, il 15 febbraio 1964. Su di lui, come su molti, cadde il silenzio, probabilmente ricacciato, in occasione del centenario della prima guerra mondiale.
Bibliografia: Giovanni Merlini, Emilio Malesani, “Bollettino della Società Geografica italiana”, 1964, n. 1-2, pp. 105-107; Pietro Frabetti, Emilio Malesani, “Rivista geografica italiana”, 1964, n. 2, pp. 154-158; Leonardo Di Noi, Il sacrificio dei sambonifacesi nella grande guerra: Emilio Malesani, un cittadino onorevole, in Alessandra Cassin [et al.], San Bonifacio nella Grande Guerra, San Bonifacio, Associazione Ricercatori Documenti storici, 2016.
Giancarlo Volpato