Marazzi Chiaffoni Lina
…a cura di Giancarlo Volpato
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Benefattrice, promotrice di istituzioni votate all’aiuto di persone, Angela Carla Giuseppina (da sempre utilizzatrice soltanto del nome Lina) Marazzi nacque a Piacenza il 19 agosto 1925. Figlia di Mario Ettore e di Candida Gatti, ebbe un fratello di dodici anni più giovane. La famiglia era cattolica e questo aiutò senza dubbio la figlia ad avvicinarsi fin da piccola a coloro che manifestavano necessità fisiche – e non solo – offrendo loro tutte le possibilità di non essere minori degli altri. Dopo le scuole elementari, entrò in un collegio piacentino per frequentare l’Istituto magistrale; appena sedicenne, ancora studentessa, vide andarsene il padre improvvisamente; la guerra, da poco cominciata, ma violenta come ogni conflitto, aggredì tutti; Lina lasciò il collegio e diventò il fulcro della famiglia: capì, già da quel momento, che la sua vita sarebbe stata da dedicare agli altri, soprattutto quando nel paese di Caminata Val Tidone, nella collina dell’Oltrepò dove si erano trasferiti i Marazzi, la sua casa fu occupata dai tedeschi nel 1944 e per le donne, massimamente per quelle giovani, la canonica diventò il luogo per difendersi.
Ventenne, si diplomò maestra all’istituto “G.M. Colombini” di Piacenza. Insegnò per un anno in una scuola elementare cittadina. Il 2 giugno 1946 si tenne il referendum e – Lina manifestò sempre il suo dolore – non essendo ancora maggiorenne seppure per poco, non poté prenderne parte: sarebbe stato un voto in più per la Repubblica Italiana.
Nel 1947 si trasferì nella Città del Vaticano dove continuò, anche se solo per un altro anno, l’insegnamento primario. Qui, per alcune stagioni estive, divenne assistente e poi direttrice delle colonie marine della Pontificia Opera Assistenza (POA): grazie a questa benefica attività, Lina Marazzi venne ricevuta in udienza dal papa Pio XII.
Lasciò l’insegnamento poiché preferì essere assunta dalla Tourist Romea, società che gestiva l’ospitalità dei pellegrini nella capitale. Nel medesimo 1947, fu fondata l’UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) dove Lina rimarrà sino all’ottobre 1953 partecipando, con responsabilità crescenti, nella nuova Associazione che si collocava nell’ambiente del cattolicesimo sociale e dell’imprenditoria. Nel contempo, s’iscrisse alla Facoltà di Lingue Orientali dell’ateneo di Napoli: frequentò occasionalmente e non si laureò.
Nel 1950, a Roma si teneva il Giubileo-Anno Santo e, per l’occasione, si dovevano mettere a disposizione degli edifici per i moltissimi pellegrini (furono quasi 3 milioni); tra le molte ditte che vi lavoravano, faceva spicco una vicentina il cui ingegnere edile era Giovanni Battista Chiaffoni, veronese, i cui genitori erano di San Briccio di Lavagno. Non fu una conoscenza casuale poiché – tre anni dopo – il 29 ottobre 1953, i due contrassero matrimonio dal quale nasceranno due figli: Gian Paolo nel 1955, diventato medico pediatra, poi Gabriella nel 1959, biologa genetista. Con le nozze si aprì per la giovane Marazzi l’occasione di abitare stabilmente a Verona e di conoscere la casa signorile dei Chiaffoni sulla collina di San Briccio dove rimase per un paio di mesi e di aggiungere – per sempre – il cognome del marito al suo.
Licenziatasi dall’UCID – della quale, comunque, rimarrà una volontaria – accompagnò l’ingegnere a Thiene dove aveva la sede l’impresa; andò, poi, in Puglia, vicino a San Severo, in una lunga trasferta a causa dei lavori della ditta dove il marito prestava la sua opera. Divenne cittadina veronese nel 1955 utilizzando, nei mesi estivi, la bella casa in contrada Gioiello nella parrocchia di S. Briccio.
Dopo alcuni anni dalla nascita dei figli, Lina riprese l’attività che l’aveva già contraddistinta e che sarà – indissolubilmente – il fervore trainante della sua vita. Giovanni Battista Chiaffoni, libero professionista sino al 1956, entrò in quell’anno come direttore dell’Ufficio Tecnico della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno dove diventerà direttore centrale (1970), vice-direttore generale e, alla cessazione del servizio, sarà accolto come consigliere. Il cambiamento professionale del marito affermò l’acquisizione veronese di Lina. Associazionismo e volontariato furono le attività assieme a quelle di una madre attenta e di una moglie che, oltre alle proprie attività, fu anche vicina a quelle del marito: questi fece il sindaco del Comune di Lavagno tra 1965 e 1970; in quel periodo, ella collaborò all’organizzazione dell’attività di assistenza sociale del Comune stesso e al Convegno Nazionale dell’UCID che si tenne a Verona, nel 1966. Infermiera volontaria e successivamente consigliera della Croce Verde di Verona dai primi anni ’60, si avvicinò all’UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) per iniziativa del direttore della neurologia dell’ospedale di Borgo Trento e con lui, che era il prof. Mario Montanari, fondò la sezione veronese che nacque ufficialmente a Verona il 17 marzo 1971: ella stessa ne fu la segretaria sotto la presidenza del professore.
Sicuramente, tra le molte attività benefiche di Lina Marazzi, quella per i malati distrofici ebbe in lei, sin dall’inizio, un’attenzione particolare; oltre che curarne la crescita nella città ormai diventata propria, bisogna sottolineare che fu l’indefessa e quotidiana partecipazione sua e di altre persone coinvolte a fare conoscere maggiormente l’associazione. Interagì con istituzioni politiche, sanitarie e accademiche, comunità civili, associazioni di pazienti, di donatori: promosse, allo scopo, eventi e raccolte di fondi da impiegare per attività cliniche e di ricerca, trattamenti riabilitativi, aiuti, supporti sociali e facilitazioni logistiche per malati e famiglie. Finanziamenti cospicui arrivarono da donatori privati, enti, banche anche grazie all’attenzione che il marito aveva e per le cariche che occupò durante la seconda parte dell’attività.
Nella UILDM, Lina rimase sempre occupando cariche importanti sino a quella della vice-presidenza nazionale negli anni 1981-1995.
La difficoltà della malattia poneva, evidentemente, altre attenzioni: quella del trasporti delle persone in qualsiasi modo affette da altre sintomatologie nonché tutti coloro non più autosufficienti nei movimenti. Il problema – da sempre lontano dai pensieri dei politici – era già stato sollevato allorquando anche le istituzioni e il miracolo economico italiano avevano cominciato a guardare con occhi diversi il mondo degli altri. Grazie al supporto di istituzioni e associazioni e all’intraprendenza di alcune società economicamente forti, Lina Marazzi Chiaffoni fu nominata componente della Commissione interministeriale (Ministeri della Sanità, dei Trasporti e dei Lavori pubblici) nel 1981 per l’abolizione delle barriere architettoniche e della Commissione permanente di studio per l’handicap. Ricevuta dal Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, la nostra intraprendente Lina promosse attività di studio e di ricerca in alcuni atenei affinché la collaborazione potesse portare a benefici reali e importanti: il primo mezzo di trasporto all’uopo destinato fu il treno: alla stazione di Porta Nuova, in Verona, nel settembre 1982, ella stessa accolse il prototipo delle Ferrovie dello Stato.
L’evidenza attuale mette in mostra ancora delle difficoltà nel superamento delle barriere per i meno fortunati, ma il merito a Lina e a Giovanni Battista Chiaffoni va sicuramente ascritto; i non lievi problemi architettonici e naturali ancora non hanno posto risoluzioni complete, ma molto è stato fatto. Nel 1984 diventò membro della Commissione permanente di studio sui problemi degli handicap presso il Ministero della Sanità.
Le mamme che avevano costituito l’UILDM, fondata da Federico Milcovich, miodistrofico, già nel 1961, avevano capito che la loro unione e l’Associazione avrebbero comunque allargato le possibilità per combattere questa e le altre malattie neuromuscolari: ma le ricerche – spesso molto lunghe e certamente complesse – avrebbero dovuto allargarsi, estendere i loro esperimenti sanitari; in definitiva si doveva dare un forte impulso ai progetti e al difficile processo che qualsiasi modello e forma di ricerca portano con loro: necessitavano fondi.
Lo aveva intelligentemente capito e voluto l’attore Jerry Lewis, padre di un figlio distrofico: grazie a lui era nato Telethon (“Television Marathon”) negli Stati Uniti già nel 1966: una specie di maratona televisiva per finanziare la difficile ricerca sulle cause genetiche e sulla cura della distrofia muscolare. Già proposta all’Italia, era stata da questa rifiutata poiché qualcuno ritenne che la penisola facesse assai e un politico proclamò gli italiani “artigiani dell’assistenza”. Nel 1987, la AFM (Association Française Myopathie), consorella della UILDM italiana aveva adottato Telethon. Nello stesso anno, per limitare il discorso a Verona, nella nostra città – grazie alla volontà di alcuni aderenti ai Lions – era iniziata la raccolta dei fondi; i primi furono Edgardo Pisani, Luciano Merisse (dei Lions Club cittadini) e Giancarlo Volpato per quello di San Bonifacio-Soave i quali, assieme ad altri facenti parte di associazioni legate ai donatori di organi e di sangue, passarono serate novembrine e decembrine nella piazza Bra per tre anni; l’ultimo di questi – all’epoca vice-segretario nazionale dell’AIDO, segretario provinciale della Fidas e iniziatore degli incontri negli ospedali per i malati oncologici – fu tra i primi ad avvicinarsi a Lina Chiaffoni che già allora adoperava la sua straordinaria capacità altruista per portare Telethon in Italia. L’occasione si offrì alla stessa quando contattò Susanna Agnelli, allora Sottosegretaria al Ministero degli Esteri Italiano, la quale convocò alla Farnesina il direttore della Rai, il Presidente AFM, il direttore della Banca Nazionale del Lavoro e altre aziende: la prima maratona di Telethon alla televisione italiana avvenne nelle serate del 7-8 dicembre 1990. L’incontro tra Lina e la Agnelli ebbe luogo a Roma il 6 febbraio di quell’anno; l’avevano accompagnata il marito, due delegate della Uildm e Teofilo Sanson, l’industriale dei gelati di Colognola ai Colli, che si era già largamente distinto per la sua liberalità, in particolare verso Uildm. A Lina Marazzi Chiaffoni tutta l’Italia riconobbe di essere stata uno degli artefici della nascita della raccolta dei fondi; Telethon ebbe, come primo Presidente, Susanna Agnelli.
A questa straordinaria maratona di beneficienza, la Nostra dedicò tutto il resto dei suoi giorni: ne seguì gli sviluppi scientifici, organizzativi e sociali promuovendo le attività permanenti, in stretta collaborazione con istituzioni pubbliche e private a livello nazionale e locale. La volle conoscere il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nella visita che questi fece a Verona nel luglio 2002. Divenne socia delle sedi veronesi di Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari), di Soroptmist International: due associazioni, molto note tra l’altro, ed entrambe attente alla promozione e all’avanzamento delle attività femminili; lavorò pure con la Fondazione Onlus “Ivo De Carneri” che si occupava – e tuttora si occupa – contro le malattie parassitologiche in Africa e nel Mato Grosso oltreché delle difficoltà sanitarie delle persone in alcuni paesi assai poveri.
Fu Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal dicembre 2019 e, nel febbraio del 2020, per festeggiare il trentesimo anniversario di Telethon, il Presidente Sergio Mattarella la volle incontrare al Quirinale. L’ultimo intervento pubblico, poco prima di compiere i 96 anni e già fragile, lo volle fare in videoconferenza per salutare i 60 anni della Uildm.
Nella casa di Verona, cessati ormai i pubblici impegni, trascorse gli ultimi due anni, serenamente e nel silenzio come aveva circondato la sua vita. Qui, Lina Marazzi Chiaffoni si spense il 16 ottobre 2022. Se ne era andata a 97 anni compiuti e l’accolse, vicino al marito, il sole del camposanto di San Briccio, guardando il mondo a cui aveva dato tanto.
La Camera di Commercio di Verona le ha dedicato uno spazio tra le donne piene di luce, nella sala espositiva allo scopo voluta: era il 14 dicembre 2022. Il 15 settembre 2023, alla presenza delle autorità scaligere, del vescovo, del Presidente nazionale Uildm-Fondazione Speranza, del vice-presidente Telethon, a Lina Marazzi Chiaffoni è stata intitolata la sede di Verona di Uildm-Fondazione Speranza.
Bibliografia: “Archivio familiare Gian Paolo Chiaffoni”; Un sogno diventa realtà. 1971-2011: 40 anni di UILDM a Verona, Verona, Stimmgraf, 2011 (contiene due scritti di Lina Marazzi Chiaffoni: Ne abbiamo fatta di strada, pp. 17-29 e Uno sguardo sul mondo e…vogliamo Telethon, pp. 39-46); Valentina Bazzani, Lina Chiaffoni: la mia vita tra Uildm e Telethon, “UILDM”, 26 luglio 2017 e “Verona-Pantheon.com”; Valentina Bazzani, Grazie zia Lina, pilastro fondante della nostra storia, “UILDM”, n. 205, dic. 2022, pp. 4-6; Daniela Brunelli, Lina Marazzi Chiaffoni, una vita spesa nella promozione della ricerca scientifica e per la cultura dell’accessibilità, in Donne visibili e donne in controluce. Mondi del fare e mondi del sapere, attraverso le protagoniste femminili nella Verona tra Otto e Novecento, a cura di Daniela Brunelli e Maria Luisa Ferrari, Verona, C.C.I.A-Sommacampagna, Cierre, 2023, p. 87.
Giancarlo Volpato