Zigiotto Eliano – “Parlami di filosofia”
…a cura di Elisa Zoppei
Chi è Eliano Zigiotto
“Parlo di filosofia ai ragazzi. E poi canto, suono la chitarra e canto” L’autore del libro “Parlami di filosofia” è l’amico Eliano Zigiotto, docente di Filosofia e Storia al Liceo “L. Da Vinci” di Arzignano. Prima di conoscerlo come scrittore l’ho conosciuto con la sua chitarra fra le mani e con la sua voce di cantante confidenziale che a me fa ricordare quella di Fred Bongusto, quando (quanti anni fa?) accompagnava i miei passi di danza sopra una rotonda sul mare, illuminata dalla luna. In taluni incontri conviviali con amici (Gigliola, Camillo, Gabriella, Tonino, Patrizia, Marta, Maurizio, Paola, Carla…) in casa dell’uno o dell’altro, c’è sempre posto per una poesia e per una canzone. È il momento in cui Eliano con gesti semplici e gioviali, attacca a suonare: il ciuffo di capelli bianchi spioventi sulla fronte, gli occhialini sul naso, la barba pure bianca, non incanutiscono l’espressione sorridente del ragazzo di sempre. Il suo repertorio propone pezzi musicali per lo più conosciuti e cantabili da tutti, dove filosofia e poesia sono di casa: passiamo da Guccini a De Andrè, ai Beatles, a De Gregori… ai canti di montagna e altro ancora.
Quando gli ho chiesto di parlarmi di sé, di mandarmi due righe, mi ha risposto regalandomi un ritratto palpitante di vita e di pensiero. Nato a Zimella ( zona dell’Est. veronese) nel 1952, si è diplomato maestro di scuola elementare, entrando giovanissimo in ruolo e rimanendovi a lungo prima di passare al liceo come insegnante di storia e filosofia. Al riguardo mi scrive : “Ho fatto il maestro per tanti anni, ed è stata una benedizione. Porto ancora con me la bellezza e la sincerità dei bambini, ho avuto con loro esperienze incancellabili. Credo nei bambini perché credo nella speranza, nella possibilità di un domani migliore, e tutto l’orrore che vedo intorno o in alto non basta a scalfire questa mia profonda affezione. Poi ho fatto il balzo al liceo, e ora insegno quello che mai da giovincello avrei sognato di insegnare: filosofia. La studiavo sempre per conto mio, mi sono perfino laureato (con calma, tanto un lavoro già l’avevo), ma non pensavo di realizzare una passione”.
Così ringrazia la sua buona stella che, anche fra tante difficoltà, incomprensioni, fraintendimenti, specie durante il tempo dell’attività politica, lo ha condotto sulle strade buone della vita facendogli assaporare l’amore per il suo lavoro, le gioie di una famiglia unita (una moglie amata e tre cari e bravi figlioli), il piacere di stare con gli amici e di cantare insieme a loro.
La vita per lui é un romanzo sempre incompiuto. “Chissà- pensa- se saremo noi a scrivere l’ultima pagina; e proseguendo- le altre prima, forse le avrà scritte il destino, il caso, la provvidenza, la fortuna, l’imprevedibilità che accompagna ogni nostra scelta”.
Dal punto di vista politico oggi si sente molto lontano dalla realtà che ci ruota intorno, per cui rinuncia a continuare a fare quell’opposizione protratta per troppo tempo con generosità e senza ambizioni di carriera. Si definisce un cristiano senza chiesa, un comunista senza partito, un apolide, un senzatetto che sente tutta la tristezza della solitudine del pensiero. Con Pino Zambon ha lavorato per anni alla redazione del mitico mensile “Nordest” ricoprendo a Lonigo (VI) la carica di assessore alla cultura e di vicesindaco. In tale veste ha contribuito nel lontano ’97 a dare a Lonigo l’impronta di “Città dei bambini”: una iniziativa che vuole i bambini al centro della vita socio- culturale della città e fa gravitare intorno ad essi varie strutture pubbliche come la biblioteca locale, che, prima fra le altre, ha attrezzato al suo interno un considerevole spazio riservandolo all’incontro dei bimbi con i libri e la lettura.
Ama da sempre cantare e ce lo dice così: “Canto soprattutto per me perché il canto mi scioglie, mi libera le emozioni che altrimenti non saprei dire, non a caso il corpo della chitarra vibra accanto al cuore: è una comunicazione totale. La voce un po’ mi tradisce, ma il nostro è un segreto meraviglioso che dura ormai da mezzo secolo. Forse anche per questo continuo a credere nel Dio dell’amore.” Che bello! Grazie Eliano.
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Qui toccando corde nuove della chitarra del suo cuore attacca un discorso diverso: discorre di filosofia come se parlasse di una canzone e rinnova l’antico dialogo peripatetico passeggiando mano nella mano con la figlia tra i banchi del mercato oppure sulla panchina del parco, o sostando nel cortile della scuola, o sul sagrato della chiesa, dissertando intorno ai misteri della natura e del mondo umano. Si tratta di un racconto in forma di dialogo che si snoda per una settimana, ogni giorno intorno ad un tema filosofico diverso. Così il lunedì si va al parco e ci si lascia interrogare dalla natura; il martedì si va al mercato e si ragiona intorno al tema socratico della virtù; il mercoledì a scuola per parlare della cosiddetta “voglia di imparare”; il giovedì al circolo parrocchiale per parlare dell’amicizia e della musica giovanile; il venerdì a teatro per parlare del bello estetico; il sabato al cinema per parlare della forza seducente delle immagini; la domenica in chiesa per parlare di Dio, del male, della morte e dell’amore per il prossimo.
Tutto questo per rispondere alla domanda fatta a bruciapelo dalla bambina: Perché papà non c’è la filosofia anche nei nostri programmi scolastici? Perché è solo per i più grandi? Il papà non risponde secondo l’opinione corrente che bisogna essere più maturi per capire la filosofia ed essere in grado di inoltrarsi nei suoi “misteriosi sentieri”. Anzi è convinto, come lo era fin dagli anni sessanta Gianni Rodari, che ai bambini bisogna saper parlare delle cose che si agitano nel cuore degli uomini e che alimentano il loro spirito. Non sono cose più grandi di loro perché, conferma anche Piller delizioso piccolo poeta pensatore amico dei bambini , la mente dei bambini non è piccola, la loro intelligenza è grande, trasparente come carta velina. Basta disegnarci sopra delicatamente e parlare al loro cuore.
Si condivide pertanto che avvicinare i bambini alla filosofia, come lettura e interpretazione del mondo nei modi giusti e scegliendo le parole giuste, può servire a far loro scoprire la via per imparare a pensare, a farsi delle domande a cercare le risposte. Ci sono maestri e maestre che come Mario Lodi riconoscono nei nostri ragazzini i nuovi “cittadini” di oggi, soggetti di diritto al sapere, come ogni altro, secondo la giusta misura. Avvicinarli alla filosofia (come alla poesia) significa permettere loro di formarsi un pensiero libero, critico, creativo e razionale insieme. Li fa crescere in umanità, diventare persone capaci di fare le cose con la testa e non con i piedi, di impiegare al meglio i loto talenti maturando una sana, consapevole predisposizione alla felicità, poiché la felicità è ……. un talento. E, come sostiene Epicuro, nessuno è troppo giovane o troppo vecchio per la salute dell’anima.
Diamo il benvenuto a questo brillante e circostanziato racconto dialogico, già di fatto molto apprezzato dagli esperti del settore didattico educativo, che ha il pregio di esporre i basilari concetti filosofici in forma impeccabilmente corretta ma anche scevra da ogni presunzione e pedanteria. L’autore ci fa abbracciare con sguardo aperto e sereno il complesso panorama speculativo dei grandi pensatori, in un intreccio ammirevole fra antichi e moderni, incontrati sui banchi della scuola e tra le pagine dei libri. Li riconduce, mediante botta e risposta con sapiente maniera maieutica, sulla base del buon senso e del ragionamento, a un confronto concreto con la realtà di tutti i giorni, per capire le cause di tanti nostri piccoli e grandi problemi e farcene, appunto, una ragione, giungendo infine a godere appieno dell’insondabile bellezza dell’Anima Mundi in tutta la sua cosmica armonia.
E’ un libro interessante sia per i ragazzi che per gli adulti, ma consiglio di leggerlo insieme, a casa o a scuola, perché offre innumerevoli spunti per aprirsi gli uni con gli altri, parlarsi, raffrontarsi sul piano delle idee e capirsi su quello dei sentimenti.
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