Pubblicazione del libro – “La disattenzione di Sant’Emidio”… di Donatella Piatti… segnalazione a cura di Elisa Zoppei e Maria Rosanna Mucciolo – 114

…a cura di Elisa Zoppei e Maria Rosanna Mucciolo

elisa.zoppei@gmail.com

maria.mucciolo@tiscali.it

VERONA

La disattenzione di Sant’Emidio* (Albatros Ed., 2024)
  • Sant’Emidio è un martire cristiano che in vita convertiva le genti, guariva gli infermi e comandava ai terremoti. Nel 309 d.C. al tempo di Diocleziano poiché non volle rinnegare la sua fede cristiana, fu decapitato. Diventato santo fu eletto protettore contro i terremoti e patrono della città di Ascoli Piceno.

In “La disattenzione di S. Emidio” viene raccontata la vita del Borgo Rocca Sant’Emidio, intitolato appunto al nome del santo protettore dei terremoti, in un lungo succedersi di eventi storici efficacemente collocati precisamente nell’epoca, che va dagli inizi del ’900, fino agli anni settanta. Questo romanzo è per l’appunto ambientato nel borgo di Sant’Emidio, paese medioevale dell’Appennino Romagnolo, abitato da gente un po’ scontrosa ma laboriosa e tenace, in armonia con la natura. Qui l’autrice risale il fiume della sua storia parentale arrivando a quell’angolo di mondo agreste pastorale che ha dato i natali alla sua mamma e del quale riporta segni fermati sulla coltre del tempo. All’inizio del suo racconto, mentre fuori il mondo è in subbuglio, sembra quasi che il borgo e i suoi abitanti, isolati nei loro domestici tran tran quotidiani, rimangano fuori dai grandi eventi del tempo, avvolti nei tanti problemi del campare la vita, fra le fatiche di sempre, le poche gioie domestiche, qualche novità poco gradita, molti segreti cuciti nel fondo del cuore, quando…

Ecco, in una notte del 1907, improvvisamente, un terribile terremoto, sfuggito all’attenzione di sant’Emidio, stermina il borgo, distrugge la vita dei suoi abitanti e soprattutto cambia il loro destino.

Questo romanzo è stato oggetto di lettura consapevole e meditata da parte di noi amiche del Salotto Letterario che da anni è ospitato nella sala dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona. Fra noi l’amica prof.ssa Maria Rosanna Mucciolo, curatrice dell’”Angolo delle Ricorrenze” del nostro Condominionews.it. Insieme abbiamo condiviso queste note critiche.

Il romanzo di Donatella Piatti narra con la storia del piccolo borgo, quella di alcune famiglie, la cui vita quotidiana si intreccia con le vicende di tutti i giorni, fondate sulle caserecce relazioni dei paesani, per alcuni dei quali in seguito al terremoto, i contatti con il fuori si aprono a ventaglio. Il romanzo si fa apprezzare per l’uso di un linguaggio chiaro ed efficace che prende la mente e il cuore, disseminato di parlate dialettali che ci fanno avvicinare più concretamente al vissuto di ogni singolo personaggio, presentato nel proprio “io” più intimo, nella sua veste più autentica. Ecco quindi Adalberta (detta Berta), che arriva giovanissima (e incinta) a Costantinopoli e sa adattarsi con vivacità di spirito al nuovo paese, alle sue usanze, e alle sue intriganti tentazioni, lasciandosi andare con sorridente furbizia alle invitanti promesse della città e dei suoi piaceri proibiti. Accanto alle tante peripezie di Berta il lettore deve seguire anche quelle di Luca Molinelli, il giovane padrone del podere, responsabile di averla inguaiata. In seguito al terremoto si rivela totalmente incapace di gestire l’eredità paterna e di assicurare un futuro ai suoi paesani, per cui indebitato fino al collo deve lasciare tutti, compresa la giovane sposa all’oscuro di tutto, e scappare dal Borgo. Si rifugia a Marsiglia accolto da brave persone che tentano di aiutarlo a rimettersi in piedi, ma… Seguendo le peripezie dei personaggi, è permesso a noi lettori di fare uno stupendo viaggio che vede da una parte la fine dell’Impero Ottomano, il quale, proprio in questi anni perde tantissimi territori e la Turchia poggia le sue basi politiche sul Kemalismo (Mustafa Kemal Ataturk) che nel 1922 portò alla fondazione della moderna repubblica di Turchia. Donatella Piatti  ha scritto una storia, un paese, un’epoca, una saga famigliare degni di ogni riconoscimento, anche per la vivacità della scrittura, la corposità dei personaggi, la verità dei fatti raccolti in un affresco storico realistico degno di memoria. Fra le righe si riscontra una forma di “realismo magico”, tipico delle culture andine (Marquez in testa), che rende vivi e presenti in ogni particolare, personaggi maggiori e minori, sia fisicamente che caratterialmente. In questo lungo racconto si avverte un’attenzione speciale per tutto ciò che accade contestualizzato nella realtà di vicende storiche che collegano l’Italia alla Francia alla Grecia alla Turchia in precisi momenti epocali fedelmente documentati. Il tutto è accompagnato da incontri e dialoghi fra etnie diverse, con proverbi ed espressioni popolari che ci legano maggiormente alla storia in sé. Del resto è una lunga storia coinvolgente, appassionante così bene intessuta da poterla paragonare all’arte compositiva delle antiche tapisseries medioevali (es. La Tapisserie de Bayeux), ricamate a mano, dove ogni punto si intrecciava nell’altro fino ad avere un’immagine completa dell’opera narrata. E non è un caso. Da cosa nasce cosa… Infatti uno dei maggiori protagonisti “Gareùgin: Gianni per gli italiani, Can per i turchi, da ex promessa della boxe mondiale, diventa un provetto ricamatore… aveva imparato l’antica arte del ricamo dai monaci armeni… e dovunque andasse si portava dietro il cestino del ricamo… punto dopo punto creava composizioni di fiori, frutta, angeli e  diavoletti su centrini, tovaglie e lenzuola…

È un libro da leggere, da gustare, da godere, da regalare, da consigliare…

Donatella Piatti

Nota biografica in quarta di copertina 
Donatella Piatti, genovese, dopo essersi diplomata a Milano si trasferisce a Istanbul, dove si sposa e risiede per trentasei anni, lavorando come giornalista per importanti quotidiani e riviste turche. È stata Insegnante scrittrice conduttrice televisiva di programmi di cucina. Dal 2010 risiede a Verona dove scrive, insegna e fa lunghe passeggiate. Il libro con il quale ha esordito è I cavalieri del regno perduto, edito dalla milanese Nuovi Autori Editrice nel 1997. Di grande successo anche un altro  suo romanzo “La mosca turchese” ambientato a Istambul. In questo romanzo ci fa percorrere le strade di Istanbul andando da una parte all’altra di questa antica, sontuosa città, dorata di fregi bizantini, ricca di chiese dalle cupole d’oro, che inesorabilmente e troppo in fretta cambiava il suo volto, seppellendo sotto mastodontici palazzi condominiali i fasti e gli splendori di un complesso esistenziale, sulla via del tramonto.

Per maggiori dettagli cliccare su www.ilcondominionews.it – Angolo della Lettura

Buona Lettura

Elisa Zoppei – Maria Rosanna Mucciolo

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