Puntata 44.1 – CAMPI D’ENERGIA UTOPICA: “La potenza del riso: Come si ride in letteratura. Segnali di umorismo”
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44.1 (continuazione) – La potenza del riso: Come si ride in letteratura. Segnali di umorismo
Un altro segnale di umorismo molto frequente nella narrativa di viaggi fantastici e di utopia è la presenza accanto al protagonista del viaggio, di un suo doppio che osserva la stessa realtà ma da un altro punto di vista. Questi personaggi “diversi” sono molto spesso degli animali perché come osserva Calvino nei Saggi (Milano, 1995, vol. I): “L’animale vero o fantastico che sia, ha un posto privilegiato nella dimensione dell’immaginario: appena nominato s’investe di un potere fantasmale. Diventa allegoria, simbolo, emblema”. Inoltre accanto al viaggiatore, incontriamo spesso dei selvaggi, degli automi, o degli omuncoli, insomma tutta la fantastica famiglia di Pinocchio e dei suoi fratelli.
In genere il lettore interessato alla trama del racconto non presta attenzione alle figure che si muovono in ombra, ma in realtà moltissimi documenti letterari, in particolare in prosa, sono abitati da un regno animale di dimensioni straordinarie.
Ne fece una prima ricognizione Luis Borges nel suo Manuale di zoologia fantastica (Torino, 1957) seguito più recentemente da un suo discepolo italiano, Stefano Lanuzza in Bestia sapiens, animali, metamorfosi, viaggi e scritture (Viterbo, 2006).
In questo bestiario mancano però gli animali dell’isola che non c’è, nella quale ho cercato di condurvi, per farvi conoscere questi “nostri padri dimenticati” come dice Alberto Savinio, quando in Nuova enciclopedia ci invita a cercare nell’aspetto animale “la rivelazione dell’uomo nascosto, il quale è un gatto, ora un cervo, ora un maiale. Di rado un leone. Ancor più di rado un’aquila”
Gli ibridi di Savinio, scrittore e pittore, e del famoso suo fratello pittore Giorgio De Chirico, sono gli antenati di quelli che incontriamo anche nelle opere del più illustre umorista e studioso moderno di utopia letteraria, Italo Calvino.
La sua opera è da tempo studiata a fondo e questo ha permesso di mettere in luce lo straordinario legame tra comicità e carica utopica come ci dimostra Luca Clerici con altri studiosi, in Calvino & il comico (Milano, Marcos y Marcos, 1994).
Qui Claudio Milanini in Letteratura, scienza, parodia rivela come Calvino in particolare, smentisca più volte l’apparente contraddizione tra letteratura e scienza: nelle sue Cosmicomiche, per esempio, egli dimostra come “l’altra cultura” ossia quella scientifica, necessiti anch’essa di una buona dose di creatività e di immaginazione e lo fa osservando quella zoologia fantastica che circonda il viaggiatore quando arriva nell’isola che non c’è.
Nei tre secoli di vita letteraria italiana rapidamente percorsi abbiamo già notato come si passi da animali comuni e famigliari ad altri solo verosimili, frutto della tecnica e della scienza come i robot, gli ibridi o i mutanti, o gli uomini macchina adatti a vivere nel futuro dove tutto sarà all’incontrario e in grado di trasformarsi.
In queste presenze aliene Milanini coglie ciò che la scienza e la letteratura hanno in comune: “L’attitudine a costruire modelli destinati ad essere messi in crisi, una istanza progettuale, non statica, ma perennemente in corso di precisazione”.
Se non ci fossero immaginazione e umorismo non ci sarebbero idee, ossia scienza, razionalità, e le idee separate dall’umorismo e dalla immaginazione rischierebbero di farsi pericolose cellule di morte.
C’è anche chi si chiede come la carica utopica sia arrivata fino a noi e quale narratore abbia raccolto oggi in Italia la lezione di Calvino, umorista ed utopista. Bruno Pischedda è il primo critico che ci presenti le ultime frontiere dell’umorismo letterario tenendo conto anche del comico di idee. In Narrazioni comiche anni ottanta: Eco, Benni, Meneghello, Tadini, Busi egli si sofferma in particolare su Benni che più di altri sviluppa il comico serio.
Possiamo leggere i fantasmagorici racconti del suo primo romanzo Terra! del 1983 come seguito delle Cosmicomiche anche se Benni ottiene effetti comici ingrandendo al massimo il reale con l’immaginario fantascientifico, mentre Calvino fa scoprire a Palomar, lo scienziato protagonista, tutta la fantasia e la meraviglia della realtà osservandola al microscopio.
Laura Schram Pighi – (44.1 continua)