RICORRENZA: MONTORIO DI VERONA: “La centrale dei veronesi: Lucense (1923-2023)”
…a cura di Maria Rosanna Mucciolo
MONTORIO DI VERONA: “La centrale dei veronesi: Lucense (1923-2023)”
Dopo un periodo di pace non solo per l’Europa ma anche per l’Italia, nel 1915 la nostra Nazione partecipa al grande conflitto mondiale e la città scaligera con il suo importante centro logistico costituito dal panificio militare della Santa Marta, dall’ospedale militare, dal vecchio arsenale austriaco, dalle due stazioni ferroviarie da cui potevano partire i vari convogli, era al centro degli interessi politici. Con la fine del conflitto, Verona come tante città italiane, dovette affrontare una serie di problemi soprattutto di carattere economico e sociale. La città scaligera per uscire dal buio della guerra incominciò ad erigere importanti monumenti e nel 1923 anche la centrale idroelettrica di Lucense. Per l’epoca fu una vera e propria innovazione, anche perché la funzione di una centrale idroelettrica è quella di trasformare l’energia cinetica in energia elettrica. Il processo avviene attraverso vari passaggi e il tutto parte dalla trasformazione dell’energia potenziale contenuta nell’acqua, messa a quote più alte rispetto a quelle dove sono presenti le turbine della centrale. L’acqua viene convogliata in vasche di carico e mediante condotte forzate, viene indirizzata verso le turbine idroelettriche, con l’ausilio di valvole di immissione (sicurezza) e organi di regolazione della portata (distributori).
Nel 1923 dopo la Grande Guerra, la città di Verona cercava di emergere anche economicamente e alla data 30 giugno dello stesso anno risale l’atto di fondazione della società idroelettrica “la Lucense”, il cui nome giuridico è Pollux Srl. Un gruppo di cittadini di Lugo di Grezzana si presentarono nell’ufficio del notaio Francesco De Besi, insieme al parroco don Giuseppe Fontana, con l’intento di promuovere un progetto: come utilizzare le acque del torrente Fibbio, che scendevano dal Monte Tesoro. Lo scopo era quello di produrre energia elettrica e distribuirla ai paesi limitrofi. La centrale fu utilizzata per molti anni e abbandonata solo nel 1985. Con il passare degli anni si comprende l’importanza dell’energia rinnovabile e nel 2016 nasce” Lucense 1923”, che della centrale di Lugo riprende il nome e porta avanti i principi e i valori di sviluppo economico.
Questo progetto, oggi è della FINVAL (Finanziaria della Valpantena e Lessinia) che ha ricominciato a produrre energia. Si tratta di progetti di riqualificazione territoriale sui quali la FINVAL lavora, sensibilizzando i cittadini e le associazioni del territorio. Tra questi progetti molto importante è la realizzazione del parco fotovoltaico Energyland, che ceduto a 130 famiglie, dal 2011 autoproducono la loro energia. Il progetto è molto importante ed è in linea con i principi di creare energia da fonte rinnovabile. La centrale produce energia pulita per il territorio, ricco non solo sul piano materialistico ma anche di persone, infatti scopo della centrale è proprio quello di produrre energia da utilizzare nel territorio dai suoi abitanti. A partire dal 2011, i progetti di comunità energetica sviluppati e promossi da For Green, hanno lo scopo di autoprodurre e consumare la propria energia pulita alle persone che non possono installare un proprio impianto fotovoltaico. Quella della centrale di Lucense è una storia di sviluppo di un territorio del veronese che ha visto la sua conclusione dopo anni di entusiasmo e ancora oggi si porta avanti il valore di sviluppo e benessere dove i cittadini sono i protagonisti.
L’iniziativa di partecipare ad una “comunità energetica”, significa contribuire alla realizzazione di impianti che producono energia da fonte rinnovabile e partecipare attivamente alla propria filiera energetica.
Maria Rosanna Mucciolo
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Fonte: Wikipedia
Foto da: lucense.veronanetwork.it