RICORRENZA… VERONA: “1250 anni fa – Un grande impero, un grande imperatore”.

…a cura di Maria Rosanna Mucciolo

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VERONA: “1250 anni fa – Un grande impero, un grande imperatore”.

Carlo Magno

“Fino ad ora tre persone sono state al vertice della gerarchia nel mondo: il rappresentante della sublimità apostolica, che occupa la sede del beato Pietro principe degli apostoli, di cui è vicario. L’altra è la dignità imperiale, che esercita il potere secolare a Roma. La terza è la dignità regia nella quale il volere del nostro Signore Gesù Cristo pose voi in qualità di reggitore del popolo cristiano. Questa prevale sulle altre due dignità”. Questa fonte tratta dalle “Lettere, 174” di Alcuino di York risale al 799, precede l’incoronazione di Carlo Magno (notte di Natale dell’800), che regnò dal 771 all’814. In questi anni il regno dei franchi si estende nell’Italia centro- settentrionale con la sottomissione del popolo Longobardo. Importante è l’alleanza tra il regno dei Franchi e il Papato, che porta all’incoronazione di Carlo a imperatore la notte di Natale dell’800, evento che cambia i rapporti con Bisanzio, che all’inizio non riconosce Carlo come imperatore dell’impero d’Occidente. Carlo Magno diviene imperatore dei romani in continuità con Augusto e secondo alcuni storici l’incoronazione nasconde una doppia volontà: il papa vede nell’imperatore non solo il difensore del suo Stato, ma anche colui che avrebbe assegnato i territori dell’Italia centrale allo Stato Pontificio. Per l’imperatore l’assegnazione dell’impero significa avere la possibilità di unificare l’Europa, di riunire l’Europa cristiana e di assumere il ruolo prestigioso di difensore del papa.
Il 774 è un anno molto importante non solo per il grande imperatore ma anche per la città di Verona. Storicamente la presa di Verona effettuata da Carlo Magno dà il via ad una nuova epoca storica non solo per la città ma anche per i Franchi: l’acquisizione del regno dei Longobardi comporta l’assunzione del titolo di re dei Longobardi, che viene aggiunto a quelli di re dei Franchi e patrizio dei Romani. Carlo Magno successe al padre Pipino, sotto l’influenza della madre, Bertrada di Leon, cerca una politica di equilibrio con i Longobardi tenendo alleanze e sposando Ermengarda, che in seguito per ragioni politiche ripudia. La giovane donna si rifugia in un convento dove si lascia morire. Il papa Adriano I non vuole i Longobardi in Italia e cerca di allearsi con Carlo, che attraversate le Alpi, passa nel 774 per Verona, anche se mira ad arrivare a Pavia, capitale del regno Longobardo. Adelchi, figlio di re Desiderio, riesce a fuggire, si rifugia a Verona e di questa nota vicenda storica ne parla Manzoni nella tragedia “Adelchi”, pubblicata la prima volta nel 1822. Lo scrittore italiano vuole dimostrare la mancata fusione tra il popolo dei Longobardi e quello dei Romani, per arrivare a giustificare l’operato del papa che vuole i Franchi in Italia. La città scaligera all’epoca era ben fortificata, anche di più rispetto a Pavia, ma cade perché tradita da Anselmo Vetturi, notabile locale.
L‘imperatore Carlo, nel giro di pochi anni, diviene dominatore dell’Italia del nord, mentre la precedente amministrazione, quella dei Longobardi, viene fusa in un’unica “regia”. Nelle città, del grande impero, il potere viene esercitato dai duchi aiutati dai visconti, che hanno la funzione di avvocati della chiesa. Verona in questi anni, vive una situazione politica particolare, soprattutto negli anni che vanno dal 774 (1250 anni fa) all’806, anche se Pipino figlio di Carlo e “rex longobardorum” dal 781 all’810, vive a Verona. La sua presenza si può spiegare per il ruolo politico, economico e sociale che la città ha assunto e dove spesso l’imperatore stesso vi soggiorna. Il figlio Pipino, ama tanto Verona e in un noto documento troviamo scritto: “stabilitavi la sua dimora servendosi del già palazzo Teodorico, ridotto a spaziosità e grandezza regia”. A testimonianza del legame fra Carlo Magno e la città scaligera, una leggenda narra che la tomba di origine romana che si trova nel giardino accanto alla basilica di San Zeno fosse destinata al re dei Franchi. Durante l’epoca carolingia a Verona vissero importanti vescovi: Egino (780-799), Ratoldo ( 799-840) e Notingo 840- 844) di origine germanica, mentre nell’ambito della “schola canonicale” emerge la figura dell’arcidiacono Pacifico (776-844). Quest’ultimo è un personaggio di primo piano, esponente della tradizione e organizzazione ecclesiastica che in quell’epoca è in pieno progresso nell’ambito della rinascita carolingia. Non va dimenticato che Verona nel maggio dell’825 viene dichiarata dal capitolare di Corteolona (Pavia) uno dei centri scolastici più importanti del regno.
Carlo Magno muore nell’814, ma dai documenti si evince che la città scaligera porta il segno indelebile del grande imperatore.

Maria Rosanna Mucciolo

Fonti:

  • Bettini, M. Le tano, D. Puliga: Il mondo antico e noi. Dall’impero romano all’alto medioevo. Ed. Scolastiche, Bruno Mondadori.
  • G: Solinas: Storia di Verona, cap VIII, da re Pipino agli Ottoni (774-1002)
  • Belviglieri: Storia di Verona e sue provincie, Ed. Sordini

Foto: Wikipedia

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