RICORRENZA: VERONA: “1823: L’ultimo bacio dato da Giulietta a Romeo”

…a cura di Maria Rosanna Mucciolo

VERONA:”1823: L’ultimo bacio dato da Giulietta a Romeo”

(olio su tela, 291×201,8 cm, Tremezzina, Villa Carlotta)

La storia d’amore di Giulietta e Romeo è stata resa famosa in ambito letterario da W. Shakespeare, tanto da essere considerata oggi una delle storie più belle della letteratura. A renderla famosa, durante il Romanticismo, in ambito artistico, esattamente 200 anni fa, è stato il pittore veneziano Francesco Hayez, che si confronta con un importante tema letterario ispirato alla novella cinquecentesca “Storia di due nobili amanti” di Luigi da Porto. Il quadro riassume gli aspetti fondamentali dello stile dell’artista: “purezza del disegno in un ambiente che avvolge i due innamorati”. Ammirando il dipinto, quello che emerge è la ricerca del vero, tipico della cultura romantica, che raggiunge il suo culmine nella mano di lui che cinge il fianco della donna, Giulietta si abbandona ad un abbraccio sensuale ed accetta il bacio con molta naturalezza, avendo gli occhi socchiusi. Le due figure indossano abiti con contrasto cromatico: tessuto scuro e pesante quello di Romeo, bianco, leggero e provocante l’abito di Giulietta. Vicino alle due figure una poltrona rossa con sopra abiti femminili. Le due figure si trovano vicino ad archi ogivoli (a sesto acuto), si tratta di un elemento architettonico di rinforzo, con cornice in decorazione plastica rinascimentale. La finestra decorata con vetri colorati uniti da cornici metalliche sagomate, dai cui si può osservare all’esterno un’architettura medioevale.

In questo contesto la donna rappresenta la bellezza, che rispecchia idee, pensieri, cultura e società di ogni epoca. Dalla finestra aperta, entra una luce tenue che permette di vedere gli elementi architettonici e i due giovani, stretti in un dolce abbraccio. Si intravede il Crocifisso (angolo di preghiera), quasi a rappresentare il giudizio universale che incombe sul peccato. Nella penombra si intravede la nutrice che sembra sorvegliare i due innamorati, entra con una candela in mano per avvisare che da li a poco sarebbe arrivata la madre di lei.

Questa tela fu una delle prime grandi opere con figure a grandezza naturale. Grazie ad alcuni studi compiuti nel 2015 dal Dipartimento di Scienza ad Alta Tecnologia dell’università degli studi dell’Insubria (Varese-Como), si è notato dei ripensamenti dell’autore durante il processo creativo del dipinto. Anche la ricerca del vero, come scrivevo prima, raggiunge il suo culmine nella posizione del volto di lui chino su di lei, che accetta il bacio con molta naturalezza. Le figure sono messe in risalto da una tonalità di colori che mettono in primo piano l’abito della donna.

Maria Rosanna Mucciolo

Fonti:
– L. Colombo, A. Dionisio, N. Omida, G. Savarese
– L’arte di tutti. Vol 3. Dal Neoclassicismo ad oggi. Sansoni per la scuola.
– L. Francalanci
– Dell’arte 3
– De Agostini.

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