RICORRENZA… Verona: “Il castello di Lazise: 650 anni tra storia e cultura”.
…a cura di Maria Rosanna Mucciolo
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“Il castello di Lazise: 650 anni tra storia e cultura”.

Nella ricorrenza della costruzione del castello di Lazise, dal latino “lacus” che significa villaggio lacustre, in primo luogo voglio soffermare la mia attenzione sul sistema difensivo del paese. Il porto di Lazise è costituito da tre nuclei importanti: il porto militare, il porto commerciale e la dogana. Il porto militare serve al castello, interrato secondo il Cavazzocca nel 1519, quando viene deviato il fiume e in parte tra il 1870-1880. In questi anni il proprietario, conte Busi, fa restaurare la rocca, demolire le mura che costituiscono i lati nord e sud, le due torri e il basso muro merlato. Di questo restano la “cortina muraria” verso il lago con due torrette d’angolo e una torretta più a est. Questo porto ospita le navi scaligere, quelle viscontee e la flotta veneziana tra il 1438 e il 1550. Il porto militare di Lazise chiude un ciclo nella storia delle fortificazioni perché dopo gli Scaligeri, vengono introdotte armi da fuoco che impongono un rinnovamento dell’architettura militare. Il porto commerciale è il più antico, lo possiamo trovare nelle mappe del X secolo e viene ingrandito prima nel 1193 e poi nel XVI secolo. Durante l’età degli Scaligeri, è uno scalo di prestigio per il lago di Garda e per i traffici commerciali atesini (dell’Adige e della sua valle) diretti verso la zona del bresciano e del mantovano. L’ingresso al porto incorniciato da due torri, una detta “del cadenon”, costruita nel 1607, chiamata così perché supporta una catena che sbarra il porto, dalle quali iniziano due basse recinzioni, che collegano il porto mercantile al castello. L’edificio della dogana, costruito nel 1329 come “darsena”, subisce molti cambiamenti nel corso del tempo: fino al 1500 è “darsena- arsenale per le navi”, successivamente ospita il “tezone” fino al 1607, anno in cui diventa dogana. Lazise con il suo castello ha una storia millenaria che appoggia le sue basi tra il VI-III secolo a.C.: in alcuni documenti dell’epoca si trova menzionato un “castrum”: forse esiste una rocca piccola. Nel 476 d.C., con la caduta dell’impero romano d’Occidente e l’arrivo dal Nord Europa di popolazioni barbare, in particolare i Longobardi costruiscono e rafforzano i sistemi difensivi. Nel 983 in un documento, si trova la testimonianza fatta da Ottone II agli abitanti di Lazise di costruire un “castrum fortificato” e nel 1077 Enrico IV rinnova la concessione del 983. Nel 1277 diventa Capitano del Popolo Alberto della Scala e restaura alcune fortezze, tra cui quella di Lazise.
Tra il 1375 (650 anni fa) e il 1381 viene costruita la rocca che funge da ricettacolo militare e abitazione del castellano. Nel 1387 il castello subisce l’assalto dell’esercito della famiglia Visconti e nel 1438 durante lo scontro fra le truppe veneziane e la famiglia Visconti di Mantova il castello viene danneggiato. Nel 1529 durante il conflitto tra Carlo V e Francesco I, Lazise è saccheggiata dai Lanzichenecchi, infatti ancora oggi i turisti, sempre più numerosi, possono ammirare lo squarcio da colpo di cannone. Tra il 1500 e il 1600 diventano proprietari la famiglia Da Monte, Carlo di Sogliano, Natale Schiavone e la famiglia Brenzoni. Il castello incomincia a perdere la sua importanza quando viene acquistato dal comune. Tra il 1870 e il 1880, G.B. Buri fa restaurare i merli della Rocca e interrare il porto militare. Oggi possiamo ammirare della rocca – porto la piazza d’Armi e una parte della fortificazione del porto. Sono completamente scomparsi i fossati e gran parte del porto. I castelli scaligeri si possono dividere in castelli di pianura, di collina e di acqua, questi anticipano l’idea del Rinascimento sulla difesa. Il castello di Lazise sotto la dinastia della famiglia Della Scala adempie ad alcuni compiti: controllare un vasto territorio e ospitare le milizie. Costruito in mattoni che vengono utilizzati per “ripianare i corsi di ciottoli” e i ciottoli di cui è ricco il territorio di origine morenica (granito, selce, calcari).
Maria Rosanna Mucciolo
Fonti:
Documenti vari consultati presso la Biblioteca Civica di Verona.