RISPOSTE AI LETTORI 02 (onomastica)
…a cura di Giovanni Rapelli
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RISPOSTE AI LETTORI 2 (Onomastica)
Una domanda che mi è stata rivolta da alcuni lettori riguarda la curiosa X che compare in un certo numero di cognomi italiani. Prima di tutto, dobbiamo distinguere tra i cognomi che hanno la X all’inizio o alla fine e quelli che la esibiscono al loro interno. Tra le due posizioni c’è una notevole differenza storica: i primi sono originari delle zone colonizzate dai Cimbri o da Tedeschi giunti successivamente, i secondi sono di solito originari della Sardegna, oppure sono di formazione dotta. Vediamone alcuni, dell’uno e dell’altro tipo.
Tra i cognomi con X iniziale annoveriamo Xamo, Xàusa, Xoccàto, Xómpero, Xúmerle; tutti originari della zona prealpina dell’alto Vicentino. È importante tenere presente che la X non fa che riprodurre il suono della -s- di rosa o di cremisi; lo stesso che udiamo all’inizio della parola veronese zenòcio «ginocchio». Le etimologie che se ne possono proporre sono incerte, purtroppo.
Anche Fox, assieme alla variante Vox, è originario delle zone colonizzate da Cimbri o da Tedeschi; la sua etimologia è una delle poche certe, poiché risale al ted. Fuchs «volpe» (assegnato come soprannome nel senso di «persona dalla barba e dai capelli del colore della volpe»).
La X intermedia si presenta soprattutto in cognomi originari della Sardegna. Nell’isola, si noti, la X indica il suono della j francese di jour «giorno». Tra questi cognomi, si possono citare per esempio Bàxiu (da bàsciu «basso»), Maxía (dal campidanese maxía «magia»), Póddixi (dal campidanese rustico póddixi «dito» e anche «pollice», in qualche accezione particolare). Di formazione dotta appare essere, invece, Oxília cognome dell’autore Nino della nota commedia Addio giovinezza (del 1911): forse in origine cognome creato per un trovatello, sembra derivare dal latino auxilia «aiuti, soccorsi».
Giovanni Rapelli