Chevalier Tracy – “La ragazza con l’orecchino di perla”
…a cura di Elisa Zoppei
Cari amici del Condominionews, siamo pronti per affrontare un’estate piena, a quanto pare, di sbalzi di umore? Se abbiamo voglia di un bel libro da leggere sotto l’ombrellone, oppure seduti in poltrona in caso di pioggia, o, perché no? sulla panchina in un boschetto di montagna, eccone uno davvero godibile: “La ragazza con l’orecchino di perla”, della celebre romanziera Tracy Chevalier. Molti lo avranno certamente già letto, anche mossi dal bellissimo film che ne è stato tratto (regia di Peter Webber con una strepitosa Scarlette Johansson e l’affascinante Colin Firth), ma, come uso ripetere spesso con convinzione, la seconda lettura di un bel romanzo è una rivisitazione più saporita e piena di insospettabili sorprese.
Provare per credere.
Note biografichedi Tracy Chevalier,
Tracy Chevalier è nata a Washington nell’ottobre del 1962 e dopo aver conseguito la laurea in Letteratura Inglese all’Oberline College (Ohio), nel 1984 si è trasferita a Londra dove vive con il marito e il figlio. Narratrice per vocazione, prima di dedicarsi interamente alla scrittura, ha lavorato fino al1993 come editor, conseguendo in seguito un MA (Master) in Scrittura Creativa presso la University of East Anglia di Norwich (Inghilterra), con la guida di grandi scrittori come Malcolm Bradbury e Rose Tremain. A partire dal 1997 e fino ad oggi, ha pubblicato una serie di romanzi meritando grande successo di critica e dipubblico. Sono arrivati in Italia per la manageriale lungimiranza di Neri Pozza Editore, fondatore della omonima Casa editrice a Vicenza, intorno agli anni quaranta. Neri Pozza (1912-1988), attivo nella Resistenza vicentina, si distinse poi per l’impegno civile nei confronti della sua città. Scrittore, poeta, amante dell’arte e artista in senso lato, dedicò la vita per dare alla sua impresa editoriale l’impronta del continuo rinnovamento, concorrendo coi grandi “mastini” dell’editoria internazionale, sia sul piano della qualità delle opere, che delle scelte editoriali particolarmente eleganti (elementi paratestuali: grafica caratteri di stampa, copertina, carta ecc…), e traduzioni accurate ed efficaci.
Neri Pozza ha pubblicato, anno dopo anno, tutti i romanzi della Chevalier nel seguente ordine:
- Quando cadono gli angeli, trad. di Luciana Pugliese, Neri Pozza, 2002.
- La dama e l’unicorno, trad. di Massimo Ortelio, Neri Pozza, 2003.
- La ragazza con l’orecchino di perla, trad. di Luciana Pugliese, Neri Pozza, 2004.
- La vergine azzurra, trad. di Massimo Ortelio, Neri Pozza 2004.
- L’Innocenza, trad. di Massimo OrtelioNeri Pozza, 2007.
- Strane creature, trad, di M. Ortelio, Neri Pozza, 2009.
- L’ultima fuggitiva, trad.M. Ortelio, Neri Pozza, 2013
Sappiamo, dai lunghi e circostanziati ringraziamenti in appendice ai suoi romanzi, tutti a carattere storico, che per ciascuno di essi, ambientato nel passato remoto o recente, in luoghi e tempi sempre diversi, l’autrice si è attrezzata di una seria e verace documentazione delle fonti storiche. Viene considerata la più feconda scrittrice del nostro tempo di romanzi a sfondo storico per la sua capacità evocativa nell’ ambientare trame e vicende all’interno di precisi fatti storici. Allo stesso tempo sa ricreare le atmosfere del tempo facendo agire, pensare, soffrire, amare i protagonisti, specie femminili, e riportandoli in vita nel loro habitat quotidiano sapientemente ricostruito nei dettagli più verosimili.
Il romanzo La ragazza con l’orecchino di perla, ha forse più degli altri, ottenuto, nei numerosi paesi in cui è apparso entusiasmi e consensi, diventando in pochi mesi un bestseller e conquistando numerosi lettori mediante un allettante passaparola, arrivando spesso in testa alle classifiche delle vendite. La storia, ambientata nella città olandese di Delft nel XVII° secolo, narra ladelicata avventura dell’amicizia tra il grande pittore Jan Vermeer (1632-1675), uomo maturo e taciturno e Griet, la sedicenne fantesca entrata a servizio nella sua casa, che nell’invenzione letteraria presta il volto per il celebre ritratto intitolato La ragazza col turbante noto anche come La ragazza con l’orecchino di perla.
È un romanzo appassionante e magistralmente strutturato. Gli episodi della vita di Griet, che seguiamo attraverso il suo io narrante, ci fanno agilmente entrare nella quotidianità di quel tempo: mentre svolge le faccende domestiche, quando si reca al mercato, mentre lascia il quartiere cattolico per seguire la funzione religiosa nella sua chiesa protestante. Altri episodi ci aiutano poi a completare lo scenario del racconto: la fabbrica dove lavora il fratello di Griet, la vicenda della peste. Tutti fanno da sfondo al legame della fanciulla povera, con uno dei più grandi pittori di ogni tempo.
Il lettore viene coinvolto nell’intensa relazione, fatta solo di sguardi, sospiri, frasi dette e non dette, fra l’uomo artista e la giovane. Egli nei grandi occhi della ragazza nota una luce particolare, indice inconfondibile, al suo sguardo acuto e attento, di fervida intelligenza. A sua volta Griet vede negli occhi grigi del maestro una vitalità ed un acume che la conquistano subito. Ed è proprio attraverso intensi scambi di sguardi che il legame tra i due si sublima di una complicità erotica, non carnale, alimentata principalmente da silenzi colmi di significato ed occhiate fisse e persistenti. Alla loro comunicazione interiore basta la semplice vicinanza fisica, il calore dei corpi passa attraverso i vestiti e, a loro insaputa, riscalda i cuori. Stabiliscono un rapporto segreto mai espresso con le parole da nessuno dei due, poiché lei è una domestica e lui un artista, e le loro vite possono entrare in contatto solo all’interno dell’atelier. È qui che Griet assume, di nascosto della padrona, la moglie Catharina, innamorata del marito, gelosa e possessiva, l’importante e delicato incarico di miscelare i colori. È qui che Griet si prepara per posare, offrendo all’uomo i lobi per il rito della foratura da praticare con uno spillone d’oro, così da potervi infilare gli orecchini di perle, sottratti alla moglie, in combutta con la suocera Maria Thins. È qui che avvolge poi la massa dei lunghi capelli biondi in una pezza di seta blu, annodandola a foggia di turbante.
La Chevalier ha cura di rappresentare ogni scena ricalcando la tecnica pittorica del Vermeer, attenta alle sfumature cromatiche e ai particolari della vita quotidiana che riesce a rendere reali e dinamici. Il suo è uno stile narrativo visivo che consente al lettore di calarsi nella vita del XVII secolo e vivere le emozioni di Griet come se le stesse guardando ritratte in un dipinto di Vermeer. Con un linguaggio fatto di luci e colori in una prosa elegante ed evocativa, lo conduce nel capolavoro pittorico, contemplando l’eleganza del dipinto che l’ha ispirato.
Tracy Chevalier con luminosa bravura fatta di pennellate semplici e suggestive, delinea i tratti psicologici di Griet da farcela vedere nella sua appassionata dedizione di donna in boccio, nel suo femminile, nel suo sguardo innocente e pieno di misteriosa seduzione: quello sguardo che ha incantato Vermeer e che da più secoli, dalla tela di un quadro a olio, incanta i nostri occhi.
Buonalettura